Nella messa per il Giubileo dei senza fissa dimora: "Ed è grave che ci si abitui a questo scarto; bisogna preoccuparsi, quando la coscienza si anestetizza e non fa più caso al fratello che ci soffre accanto o ai problemi seri del mondo, che diventano solo ritornelli già sentiti nelle scalette dei telegiornali".
“La persona umana, posta da Dio al culmine del creato, viene spesso scartata, perché si preferiscono le cose che passano. E questo è inaccettabile, perché l’uomo è il bene più prezioso agli occhi di Dio”. Così il Papa Francesco nella messa per il Giubileo dei senza fissa dimora che aggiunge: “Ed è grave che ci si abitui a questo scarto; bisogna preoccuparsi, quando la coscienza si anestetizza e non fa più caso al fratello che ci soffre accanto o ai problemi seri del mondo, che diventano solo ritornelli già sentiti nelle scalette dei telegiornali”.
Durante la messa il Papa ha puntato il dito contro “la tragica contraddizione dei nostri tempi: quanto più aumentano il progresso e le possibilità, il che è un bene, tanto più vi sono coloro che non possono accedervi. È una grande ingiustizia che deve preoccuparci – ha detto -, molto più di sapere quando e come sarà la fine del mondo. Perché non si può stare tranquilli in casa mentre Lazzaro giace alla porta; non c’è pace in casa di chi sta bene, quando manca giustizia nella casa di tutti”.
“Oggi, nelle cattedrali e nei santuari di tutto il mondo si chiudono le Porte della Misericordia. Chiediamo la grazia di non chiudere gli occhi davanti a Dio che ci guarda e dinanzi al prossimo che ci interpella. Apriamo gli occhi a Dio, purificando la vista del cuore dalle rappresentazioni ingannevoli e paurose, dal dio della potenza e dei castighi, proiezione della superbia e del timore umani” ha affermato il pontefice. Ormai,infatti, mancano sette giorni al termine del Giubileo straordinario della misericordia, proclamato aperto l’8 dicembre dello scorso anno. La chiusura ufficiale avverrà il 20 novembre, con la cerimonia liturgica solenne nella basilica di San Pietro in Vaticano presieduta dal Pontefice e la chiusura della Porta Santa. Già oggi, però, l’Anno Santo sarà praticamente finito: in tutte le diocesi del mondo infatti i vescovi titolari chiuderanno le porte sante delle loro cattedrali, nonché nei santuari. A Roma, sarà il cardinale vicario Agostino Vallini a chiudere nel pomeriggio la Porta Santa della cattedrale di San Giovanni in Laterano. Poco prima e poco dopo, nella capitale saranno chiuse anche quelle delle altre due basiliche papali: San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore.
“Rimanere saldi nel Signore, camminare nella speranza, lavorare per costruire un mondo migliore, nonostante le difficoltà e gli avvenimenti tristi che segnano l’esistenza personale e collettiva, è ciò che veramente conta; è quanto la comunità cristiana è chiamata a fare per andare incontro al ‘giorno del Signore'”, ha poi detto il Papa all’Angelus. “Proprio in questa prospettiva – ha aggiunto Francesco – vogliamo collocare l’impegno che scaturisce da questi mesi in cui abbiamo vissuto con fede il Giubileo Straordinario della Misericordia, che oggi si conclude nelle Diocesi di tutto il mondo con la chiusura delle Porte Sante nelle chiese cattedrali. L’Anno Santo – ha concluso il Pontefice – ci ha sollecitati, da una parte, a tenere fisso lo sguardo verso il compimento del Regno di Dio e, dall’altra, a costruire il futuro su questa terra, lavorando per evangelizzare il presente, così da farne un tempo di salvezza per tutti”.