Donald Trump conferma la linea dura sull’immigrazione, promettendo di costruire un muro al confine con il Messico e di cacciare 2-3 milioni di clandestini con precedenti penali. Queste posizioni, che sono state il fulcro della sua campagna elettorale, sono state ribadite in un’intervista all’emittente televisiva Cbs. “Quello che faremo è buttare fuori dal Paese o incarcerare gli immigrati irregolari che sono criminali o hanno precedenti criminali, membri di gang, trafficanti di droga“. Secondo le stime del nuovo presidente degli Stati Uniti, si tratterebbe “probabilmente di due milioni, forse addirittura tre milioni di persone”. Trump, nel corso dell’intervista alla trasmissione ‘60 Minutes‘, ha ribadito più volte: “Stiamo per cacciarli dal nostro Paese, sono qui illegalmente”. Per quanto riguarda i clandestini che invece non hanno problemi con la legge, il tycoon ha esposto il suo programma: prima il confine verrà reso “sicuro“, dopo si comincerà a “fare una stima” di quanti immigrati irregolari sono rimasti negli Stati Uniti. Ma poi ha ammonito i suoi fan: “Stop agli attacchi razzisti“. Alla Cbs il magnate repubblicano ha anche annunciato di voler nominare alla Corte Suprema giudici anti-aborto e a favore del possesso di armi. Ha parlato di Barack Obama, definendolo una persona “eccezionale”, e ha promesso di rinunciare al futuro stipendio da 400mila dollari all’anno: “Prenderò un dollaro all’anno”.
Il muro al confine – La sicurezza dei confini è il tema forte dell’intervista. Alla domanda se ha davvero intenzione di costruire un muro lungo il confine Stati Uniti-Messico, una proposta che era al centro della sua campagna, Trump ha risposto: “Sì“. Il governo messicano ha pubblicamente ricordato che il Messico non pagherà nulla per il muro. E Newt Gingrich, nello staff del team di transizione, aveva detto che il muro è stato solo “un grande stratagemma elettorale”. Invece Trump ha confermato: lungo una parte del confine sarà costruita una barriera, il resto potrebbe essere “una recinzione, in conformità con quanto i repubblicani avevano proposto al Congresso“. Secondo il presidente eletto, “prima di individuare tutti i clandestini, è molto importante garantire la sicurezza dei nostri confini. Per alcune aree la costruzione di un muro è la soluzione più appropriata”. Poi la battuta finale: “Sono molto bravo in questo, nelle costruzioni”. Nel corso dell’intervista Trump è stato però incalzato sulla questione razziale e sulle notizie di insulti razzisti e minacce personali contro le minoranze da parte di suoi sostenitori. “Stop” agli attacchi contro i neri, gli ispanici, i gay, ha detto il tycoon. “Sono molto sorpreso di sentire queste notizie, odio sentirle, ma penso si tratti di un piccolo numero di fan”, ha aggiunto.
La posizione del Messico – Già in un’intervista rilasciata al Wall Street Journal, Trump aveva dichiarato che una delle sue priorità fin da subito era il controllo delle frontiere contro lo spaccio di droga e i migranti illegali. Tuttavia, se non stupiscono più di tanto le sue dichiarazioni riguardo l’immigrazione, più pesanti sono quelle riguardanti il muro al confine con il Messico. Il nuovo presidente aveva già promesso di costruirlo e farlo pagare ai messicani. Ma il piano sembrava irrealizzabile per due ragioni: i costi economici, circa 40 miliardi di dollari, che il governo messicano ha già detto di non voler sostenere; e i costi umanitari, visto che si tratterebbe di alzare una barriera non solo nei confronti dei migranti economici ma anche di quelli che fuggono da violenze e persecuzioni. In più, subito dopo la vittoria alle elezioni, i rapporti con il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, sembravano essersi distesi. In una telefonata a Trump era stato concordato un incontro prima dell’inizio del mandato, il 20 gennaio prossimo. Il capo di Stato aveva scelto una linea moderata e via Twitter si era complimentato con gli Stati Uniti per il “processo elettorale”. Un messaggio estremamente cauto: “Il Messico e gli Stati Uniti sono amici, partner e alleati che dovrebbero continuare a collaborare per la competitività e lo sviluppo del Nord America”. Più profetico forse è stato il vice ministro dell’Interno, Humberto Roque Villanueva, che aveva commentato: “Le espulsioni di migranti messicani senza documenti dagli Stati Uniti potrebbero iniziare ad aumentare quando il presidente eletto Donald Trump assumerà l’incarico”.
Le nomine alla Corte Suprema – “Io sono a favore della vita. I giudici saranno pro-vita“. Trump, nella sua intervista alla Cbs, non fa marcia indietro neanche sul tema delle nomine dei giudici alla Corte Suprema. Il presidente conferma le sue scelte: giudici “pro-vita” e anti-aborto, così come giudici che difendano il diritto a possedere armi, previsto dal secondo emendamento della Costituzione americana. “Saranno pro-vita e molto a favore del secondo emendamento” ha chiarito. In America la questione è disciplinata dalla sentenza ‘Roe contro Wade‘ del 1973, che ha sancito la libera scelta della donna e il diritto all’aborto. Prima di questa sentenza l’aborto era materia di ciascuno Stato dell’unione. Trump ha spiegato: “Se questa sentenza venisse rovesciata, la questione tornerebbe agli Stati”.
“Un dollaro all’anno” – Il tycoon, nel corso della trasmissione ‘60 Minutes‘, ha anche annunciato di voler rinunciare allo stipendio da presidente, 400mila dollari all’anno. “Non ne ho mai parlato, ma la risposta è no – ha detto alla giornalista Lesley Stahl – Penso di dover prendere per legge un dollaro, quindi prenderò un dollaro all’anno”. Trump, tra l’altro, ha inscenato un siparietto in studio, sostenendo di “non sapere neanche” a quanto ammonti l’indennità per il presidente. Lo ha chiesto alla giornalista: “Lei sa quant’è lo stipendio?”. “Sta rinunciando a 400mila dollari”, è stata la risposta di Stahl. “Non li prenderò”, ha insistito il presidente eletto. Tra l’altro lo stipendio del capo di Stato americano è il più alto al mondo, seguito da quello del primo ministro canadese, 260mila dollari, mentre al terzo posto c’è il cancelliere tedesco, ad oggi Angela Merkel, con 234mila dollari.
Il commento su Obama – È una persona “eccezionale”. Trump ha così reso omaggio a Barack Obama nell’intervista alla Cbs, parlando dell’incontro che ha avuto con lui alla Casa Bianca giovedì scorso. “Abbiamo parlato di Medio Oriente, una situazione difficile. Volevo avere il suo punto di vista completo”. “L’ho trovato molto intelligente e piacevole – ha continuato il nuovo presidente – ha un grande senso dell’umorismo, per quanto se ne possa avere parlando di temi difficili”. A domanda diretta sul suo ripudio dell’operato di Obama, il magnate repubblicano ha replicato con un “no” e spiegato: “Viviamo un momento in cui i politici hanno abbandonato le persone, le hanno abbandonate sul fronte del lavoro, sul fronte della guerra, stiamo combattendo da 15 anni”. Trump ha poi concluso: “Obama non lo avevo mai incontrato prima, ma tra noi c’è stata una buona chimica. E potrebbe essere che non sono d’accordo con lui, ma ho trovato la conversazione incredibile interessante”.