Secondo l'istituto di statistica l'inversione di tendenza è stata troppo contenuta perché si possa parlare di ripresa della nuzialità: la diminuzione dei primi matrimoni è un fattore strutturale, legato al calo della popolazione nella fascia di età 16-34 anni. In salita comunque anche le seconde nozze. La durata media delle unioni è di 17 anni. Quelle celebrate in chiesa sono più "resistenti"
Nel 2015 i matrimoni sono aumentati al tasso più alto dal 2008, soprattutto per effetto di quelli con rito civile. Ma si sono registrati anche più separazioni e più divorzi. Sono i dati che emergono dall’ultimo report dell’Istat sulle famiglie italiane. L’anno scorso sono state celebrate in totale 194.377 nozze, 4.600 in più rispetto al 2014, circa 2.000 in più per quanto riguarda i matrimoni fra sposi entrambi di cittadinanza italiana. La ripresa va in controtendenza rispetto ai dati registrati tra il 2008 e il 2014, quando erano diminuiti al ritmo di quasi 10.000 l’anno. L’aumento dei matrimoni sembra proseguire e rafforzarsi anche nel 2016. I dati provvisori riferiti al periodo gennaio-giugno 2016 mostrano 3.645 celebrazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2015. La ripresa della nuzialità è diffusa su tutto il territorio. Gli incrementi maggiori si sono registrati in Piemonte (+8,1%) e in Sicilia (+6,4%). In controtendenza il Molise, la Puglia e l’Umbria: in queste regioni, infatti, le nozze continuano a diminuire.
L’istituto di statistica, pur evidenziando che la primo-nuzialità è un indicatore di rilievo per lo studio dei comportamenti di formazione delle famiglie, sottolinea tuttavia come un solo anno di osservazione e l’entità contenuta dell’aumento registrato nel 2015 non consentono di parlare di ripresa. La diminuzione dei primi matrimoni è in atto da oltre quarant’anni e la sua accelerazione negli anni più recenti è dovuta, in parte, a un “effetto struttura”, legato al cambiamento nella composizione della popolazione per età: la prolungata diminuzione delle nascite dalla metà degli anni Settanta ha determinato una netta riduzione della popolazione nella fascia di età in cui i primi matrimoni sono più frequenti, quella tra 16 e 34 anni. Questi effetti strutturali continueranno in futuro – spiega l’Istat – ad agire nella direzione della contrazione del livello della nuzialità.
In media, oggi, gli sposi hanno 35 anni e le spose 32. Anche le seconde nozze e quelle successive sono in aumento: sono state 33.579, quasi 3.000 in più rispetto all’anno precedente, pari al 17% del totale dei matrimoni. Il 54,7% avviene con il rito religioso, il 45,3% con il rito civile. Il rito incide anche sulla durata media delle nozze: dopo dieci anni, su 1.000 matrimoni ne sopravvivono 914 se celebrati in chiesa e 841 se celebrati in municipio.
Per quanto riguarda l’instabilità coniugale, sono in aumento sia i divorzi che le separazioni. I primi nel 2015 ammontano a 82.469, 297 su mille, le seconde a 91.706, pari a 340 su mille. Il 40,5% dei divorzi e il 53,6% delle separazioni avvengono in presenza di figli minorenni, mentre l’età media dei separati è di 48 anni per i mariti e 45 anni per le mogli. Gli affidi condivisi dei figli riguardano l’89% dei casi mentre nel 9% vengono affidati esclusivamente alla madre. La casa coniugale nel 60% dei casi viene assegnata alle mogli, percentuale che sale al 69% nel caso di madri con figli minorenni. La durata media di un matrimonio è di circa 17 anni.