Si chiama #FreeArtists la campagna lanciata da Amnesty International e dalla famosa band iraniana Kiosk per chiedere la scarcerazione degli artisti in prigione in Iran.
Il primo caso seguito dalla campagna riguarda i fratelli Rajabian, il musicista Mehdi e il regista Hossein, che stanno scontando tre anni di carcere per “offesa alle figure sacre islamiche” e “attività audiovisive illegali”.
I due fratelli, arrestati il 5 ottobre 2013 a Sari (provincia di Mazandaran), sono stati giudicati colpevoli nell’aprile 2015 e sono entrati in carcere il 4 giugno di quest’anno, dopo che in appello si erano visti confermare la condanna, seppur ridotta della metà rispetto ai sei anni inflitti in primo grado.
Mehdi Rajabian ha fondato il sito Barg Music, che dal 2009 distribuisce musica “non autorizzata”, ossia che non ha superato il visto della censura. Molti dei brani distribuiti sono di artisti iraniani che vivono all’estero e che sono considerati “ostili alla rivoluzione” per via dei loro testi, che spesso toccano temi considerati “tabù”.
Una delle accuse nei suoi confronti è di aver trasmesso brani di voci soliste femminili. In Iran, le donne non possono esibirsi da sole di fronte a un pubblico maschile. L’ala più conservatrice del clero sostiene che le voci femminili rischiano di provocare stimoli immorali di natura sessuale.
Hossein Rajabian è stato arrestato dopo aver completato il suo primo film, intitolato “Il triangolo rovesciato”, sul diritto delle donne al divorzio. Ovviamente, in Iran non è mai stato proiettato.
Nei mesi successivi all’ingresso in carcere, i fratelli Rajabian hanno intrapreso ripetuti scioperi della fame per protestare contro la loro detenzione e chiedere che venissero posti nella stessa sezione del carcere di Evin.
Le loro condizioni di salute sono allarmanti: una risonanza magnetica effettuata prima di finire in carcere aveva diagnosticato a Mehdi una possibile sclerosi multipla. Hossein ha problemi ai reni.
“Chiediamo agli artisti di tutto il mondo di esprimere una condanna, di reagire da artisti. Non dimenticateci!” – hanno scritto i due fratelli dal carcere.
Appello raccolto, come testimonia questo video: