L'accusa è di associazione a delinquere e di reati contro la pubblica amministrazione. Accusato anche il parlamentare di centrodestra. Tre i filoni dell'inchiesta: i favori al Latina Calcio, l'edilizia e 154 appalti sospetti per un valore di 2,4 milioni di euro.
Sedici ordinanze di custodia cautelare, otto in carcere e otto ai domiciliari, con l’accusa di associazione per delinquere e reati contro la pubblica amministrazione. Il Comune di Latina è stato travolto dall’inchiesta del gip Mara Mattioli, nata dall’interrogazione parlamentare dell’ex M5s Giuseppe Vacciano: coinvolti politici locali (e in particolare esponenti dell’ex giunta di Fdi e Fi), dirigenti, imprenditori e notai. Tra loro l’ex sindaco di Fratelli d’Italia Giovanni Di Giorgi, mentre è stata chiesta alla Camera l’autorizzazione a procedere all’arresto per il presidente del Latina Calcio e deputato Fdi, Pasquale Maietta. Coinvolti anche l’ex assessore Giuseppe Di Rubbo (Forza Italia), l’ex consigliere provinciale di An Silvano Spagnoli (gestore delle piscine comunali) e il dirigente Ventura Monti. L’ex consigliere comunale di Fi Vincenzo Malvaso è invece finito in carcere a Velletri: l’amministratore è da mesi al centro di un’indagine in merito alla variante che ha permesso di costruire un palazzo oltre i limiti previsti. Almeno 30 gli indagati.
Secondo la procura, si sono verificate gravi “irregolarità nella gestione della cosa pubblica” ed era stato messo in piedi un sistema in cui il “comparto dirigenziale del comune di Latina violava le regole per favorire alcuni imprenditori”. Tra gli esempi citati in conferenza stampa c’è il caso dell’aria condizionata: in seguito alla rottura dell’impianto nello stadio del Latina Calcio, alcuni amministratori del Comune, secondo l’accusa, si sono adoperati per far rimuovere una parte del condizionatore dell’ospedale pubblico e farla installare nella struttura sportiva.
Ma è solo uno dei tanti episodi finiti al centro delle indagini. Per soddisfare le esigenze della società infatti, dal 2011 al 2014 sono state realizzate una serie di opere, quali l’ampliamento dello stadio comunale e il rifacimento di un campo destinato agli allenamenti della squadra, utilizzando procedure irregolari e traendo indebitamente dalle casse comunali oltre 1.200.000 euro. Per l’ampliamento della Tribuna est dello stadio comunale Francioni il Comune non solo ha speso 444.000 euro di denaro pubblico, benché tali lavori, non indispensabili, spettassero alla società concessionaria, ma ha anche commesso violazioni urbanistiche in quanto l’area in esame era stata dichiarata inedificabile.
I favori fatti alla società riguardano solo uno dei tre filoni dell’inchiesta: gli investigatori si sono infatti concentrati anche sull’edilizia (e in particolare la costruzione della piscina) e su 154 appalti sospetti per un valore di 2,4 milioni di euro. E’ stato accertato, hanno spiegato i carabinieri, che il “comparto dirigenziale del comune per soddisfare gli interessi privati di alcuni personaggi politici nella gestione delle strutture sportive, ha avviato una serie di procedimenti amministrativi in violazione di regolamenti interni e delle regole basilari che governano il buon andamento della pubblica amministrazione”. Per l’assegnazione di pubblici appalti ci si avvaleva di un vero e proprio “sistema” con il quale i funzionari pubblici comunali favorivano gli imprenditori locali, commettendo reati contro la pubblica amministrazione, finalizzati a consentire un’illecita spartizione di ripetuti affidamenti alle stesse ditte di appalti mediante frazionamenti della spesa. I carabinieri hanno inoltre documentato come molti degli appalti in questione avrebbero potuto essere evitati con un corretta programmazione degli interventi, ignorata per favorire evidentemente le citate società.
Nel settore dell’urbanistica è emerso un altro sistema associativo finalizzato a far ottenere indebiti vantaggi di natura patrimoniale a privati o società, composto da politici della decaduta giunta comunale, funzionari tecnici del Comune di Latina e imprenditori, con l’apporto di intermediari apparentemente esterni all’amministrazione ma ad essa funzionalmente collegati. I carabinieri sottolineano che “era stato architettato un complesso meccanismo che consentiva la realizzazione, in maniera illecita ed estremamente redditizia, di costruzioni con artificiosi incrementi di volumetrie o su particelle espropriate, e quindi di proprietà del Comune”. Tra i vari episodi monitorati i carabinieri hanno segnalato la gestione della piscina comunale, affidata dal 2008 a una società dilettantistica, che contrariamente a quanto previsto dal contratto non aveva mai provveduto al pagamento delle utenze energetiche (spese sostenute dal comune con conseguente danno erariale quantificabile in euro 700.000 circa) e non aveva adempiuto al versamento fideiussorio.