Durante un incontro organizzato a Bruxelles dal Partito democratico, il titolare della Farnesina ha messo in relazione la Brexit e la vittoria di Donald Trump al voto italiano. Brunetta: "Terrorismo psicologico"
Dopo “l’Europa ce lo chiede” è arrivato il momento de “il mondo ci guarda”. E’ salito di scala geografica il messaggio del governo, che se in passato attribuiva alle richieste dell’Unione europea i sacrifici a cui venivano sottoposti gli italiani, ora carica di significato internazionale l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre. Secondo quanto detto dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, infatti, tutti i ministri europei e buona parte dei politici del globo sono in grandissima apprensione per ciò che diranno i cittadini sulla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi e, soprattutto, sulle possibili conseguenze in caso di vittoria del No. Il titolare della Farnesina non ha dubbi: i suoi parigrado “sono tutti preoccupati” per il referendum, concetto ribadito pubblicamente durante un incontro organizzato a Bruxelles dal Partito democratico. “Nel mondo guardano tutti a questo voto, perché c’è stata la Brexit, il voto a Trump e viviamo uno dei momenti più difficili dell’Ue” ha detto Gentiloni, che mette in relazione la consultazione italiana a quella inglese (per uscire dall’Ue) e all’elezione del presidente degli Stati Uniti.
Il titolare della Farnesina ha incontrato i suoi omologhi europei ai lavori del Consiglio affari esteri. “Dopo i convenevoli di rito – ha detto durante l’iniziativa del Pd – mi hanno chiesto come vanno i sondaggi. Il risultato è diventato importantissimo, se ne parla in tutto il mondo”, ha aggiunto. Per poi concludere: “Non è il contesto internazionale in cui possiamo permetterci leggerezze, il clima intorno a noi dovrebbe indurci un grandissimo senso di responsabilità”. “Da Paolo Gentiloni terrorismo psicologico. Così non fa altro che gettare benzina su fuoco e screditare Italia e sue istituzioni” ha scritto su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, commentando la dichiarazione del ministro.