Il leader di Forza Italia: "Tra il manager e il segretario della Lega non ci sono rotture definitive, ma scontri personali". E nessuno del partito (come sempre) difende Mr Chili. Alfano contro il capo del Carroccio: "Lui come Trump? Non mi pare ci sia una Salvini Tower a Milano"
Al Corriere della Sera Stefano Parisi aveva detto più o meno: “Vogliamo essere popolari e non populisti. Con la Lega ci schiantiamo, chi crede vada pure con loro”. Alla fine, però, ad “andare altrove” potrebbe essere proprio lui, Parisi. A togliergli l’incarico che ha avuto fin qui è colui che glielo ha affidato, tirandolo in mezzo mesi fa: Silvio Berlusconi. Tra Parisi e Salvini, dice il leader di Forza Italia a Radio Anch’io (Radio1) “non ci sono rotture definitive, ma scontri personali. Parisi sta cercando di avere un ruolo nel centrodestra, ma avendo questa posizione di contrasto con Salvini credo che questo ruolo non possa averlo“. Sarà difficile trovare qualcuno che difenderà il manager, già emarginato da quasi tutta Forza Italia e da tutto il resto dell’alleanza.
Per dirla con Francesco Storace, segretario della Destra: “Bruciato pure questo”. Per dirla con Angelino Alfano, leader del Nuovo Centrodestra: “Il federatore federa se altri si lasciano federare e questa cosa non c’è, il leader di Forza Italia è Berlusconi. Parisi non ha fatto un nuovo partito e ha fatto flop come federatore”. L’ex Cavaliere a Radio Anch’io spiega: “Noi stiamo costruendo un’alternativa vera, senza fare rottamazioni di cui non abbiamo bisogno,” anche alla luce “dell’incapacità grillina di proporsi come alternativa di governo”.
La realtà è un po’ diversa, anche perché la coalizione è praticamente in macerie. Le spaccature all’interno di Forza Italia (con Toti e la Santanchè alla manifestazione di Salvini a Firenze e un’ala molto minoritaria dalla parte di Parisi) sono il simbolo di uno scontro quotidiano all’interno del centrodestra. Giusto oggi Alfano è tornato a parlare di Salvini: “Salvini è imparagonabile a Trump e a Milano – ironizza – non sembra che ci sia una Salvini-tower. Diverso è il discorso se si fa riferimento ai partiti lepenisti della destra europea a cui i popolari sono alternativi”. Alfano quindi rilancia l’idea di una aggregazione di popolari-moderati nella quale non ci dovrebbe essere spazio per la Lega di Salvini. “Nell’urlo – commenta – è poi più forte l’urlatore”.
Ma Parisi, che ancora rilancia il suo tour di Megawatt, non ci pensa ad essere messo da parte. “Se Berlusconi vuole Salvini leader, il centrodestra perde perché la maggioranza degli italiani non è lepenista”, dice a Porta a porta dove mostra più di un dubbio su una leadership salviniana: “Io sono convinto che Berlusconi mi sosterrà. Berlusconi non mi molla, non si fa guidare da Salvini, sono convinto che non cambierà idea non credo che in un weekend si cambi linea”, dice a metà tra l’auspicio e l’avvertimento.