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Egitto, annullata la condanna a morte di Morsi: “Processo da rifare”

La Cassazione del Cairo ha accettato il ricorso presentato dall'ex presidente. La pena capitale era stata comminata dalla Corte d'Assise per gli incidenti avvenuti durante l’evasione di massa dal carcere di Wadi el Natroun nel gennaio 2011. La Cassazione, inoltre, ha confermato il rilascio dei figli di Mubarak

Processo da rifare e condanna a morte annullata per Mohammed Morsi. A deciderlo è stata la Corte di Cassazione del Cairo che ha annullato la pena capitale comminata all’ex presidente dei Fratelli musulmani per aver partecipato ad una evasione di massa da un carcere nel 2011. Cancellate anche la condanne all’ergastolo per altri 21 imputati nell’ambito dello stesso procedimento.

Secondo quanto riferiscono fonti giudiziarie egiziane, la Corte ha accettato il ricorso presentato da Morsi e ha annullato la sentenza della Corte d’assise che lo aveva condannato a morte nel maggio del 2015 insieme ad altri cinque dirigenti della Fratellanza, tra cui la guida suprema Mohamed Badie, per gli incidenti avvenuti durante l’evasione di massa dal carcere di Wadi el Natroun nel gennaio 2011. La Cassazione ha anche annullato le condanne all’ergastolo per altre 21 persone condannate nello stesso procedimento giudiziario. Morsi è sotto accusa anche in altri processi. A giugno di quest’anno è stato condannato all’ergastolo nel processo per spionaggio per il Qatar.

Corte di Cassazione conferma rilascio dei figli di Mubarak – Arriva sempre oggi un’altra decisione importante della Corte di Cassazione del Cairo: liberare i figli del deposto presidente Mubarak. L’Alta corte – rende noto l’agenzia Mena ha confermato la sentenza della Corte di assise del 12 ottobre 2015, facendo uscire dal carcere Alaa e Gamal. I due erano accusati nell’ambito di un processo per distrazione di fondi pubblici per la ristrutturazione e il mantenimento del palazzo presidenziale. La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura generale egiziana. Alaa e Gamal erano stati arrestati nel 2011. A maggio 2014 un tribunale li aveva condannati a 4 anni. Il 13 gennaio del 2015 la Cassazione aveva accolto un ricorso e annullato, per difetti di forma, la sentenza di condanna. I due erano allora tornati liberi.

Poi, sempre la Cassazione, aveva ordinato un nuovo processo e a maggio 2015 i due fratelli erano stati nuovamente condannati ed erano tornati dietro le sbarre. Ad ottobre dello scorso anno un tribunale ne aveva ordinato la liberazione dopo che i due fratelli avevano già scontato in carcere i tre anni di detenzione.