Un No netto da parte di quasi 26mila cittadini. E un plebiscito che, dopo una battaglia istituzionale-burocratica, potrebbe scrivere una pagina storica non solo per Manfredonia ma anche per l’Italia intera nella lotta alla salvaguardia del territorio da progetti “calati dall’alto contro il volere locale”, come li ha ribattezzati Al Bano, schieratosi al fianco degli abitanti della città in provincia di Foggia. Quella che viene ricordata come la Seveso del Sud, a causa dei gravi incidenti del petrolchimico di Stato Ex Enichem (il più grave nel 1976), domenica 13 novembre si è opposta, con un referendum, alla costruzione del deposito di Gpl più grande d’Europa voluta dal colosso Energas.
Seppur consultivo, il referendum voluto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Angelo Riccardi ha un peso enorme, specie in considerazione dei 24.613 No (96,02%) espressi dai cittadini nelle urne, a fronte dei 1.019 Sì (3,98%). Un risultato maturato dopo una lunga battaglia per accaparrarsi il consenso, con l’azienda proponente che ha anche consegnato panettoni ai tifosi della squadra di calcio (di cui Energas è diventato main sponsor), ha proposto posti di lavoro ai disoccupati della “Manfredonia Vetro”(Gruppo Sangalli) e ha ingaggiato Lino Banfi (ambasciatore di Puglia) per una campagna pubblicitaria sulle reti nazionali. Per chi non voleva il deposito di Gpl, si è trattato di iniziative fatte per conquistare la fiducia della comunità e spostare l’attenzione dai tanti dubbi sull’utilità e pericolosità di un impianto da 60milioni di litri ed un gasdotto di 10 km.
“Grande partecipazione democratica – ha commentato il sindaco Riccardi a ilfattoquotidiano.it – Si è raggiunta una percentuale di votanti superiore al 52% degli elettori manfredoniani, con circa 26mila votanti. E’ un dato storico e lo sottolineo. In nessuna altra consultazione referendaria precedente a questa, infatti, si era mai superato il quorum. Manfredonia, invece, in una consultazione referendaria comunale va oltre il 50% e con una valanga di No al deposito di Energas, pari a circa il 96%”. Per il primo cittadino di Manfredonia, tuttavia, la questione non è ai titoli di coda: “Ora è tempo di chiedere soprattutto al governo di tenere conto della scelta dei cittadini e pertanto stiamo attivando tutte le procedure per chiudere definitivamente il capitolo Energas a Manfredonia“.
Poi, l’attacco a Energas: “All’azienda e al suo presidente chiedo, sul piano istituzionale, di prendere atto di quella che è la volontà della comunità di Manfredonia – ha evidenziato Riccardi – Qui non ci sono le condizioni necessarie perché si possa realizzare l’impianto prospettato. Si faccia un passo indietro e si rinunci all’investimento nel territorio di Manfredonia. In caso contrario, le azioni della città diventeranno sempre più forti ed incisive, in tutte le sedi possibili”. Soddisfatto anche Michele Emiliano, che venerdì scorso si era recato nuovamente a Manfredonia per sostenere la campagna referendaria dell’amministrazione comunale confermando il diniego tecnico-amministrativo alla procedura autorizzativa del mega impianto di Gpl. “Una grande vittoria dei pugliesi che votano No a chi vuol decidere al nostro posto cosa fare sul nostro territorio. Complimenti al sindaco Riccardi del Pd e al M5S che si sono molto impegnati. Le ragioni delle persone perbene si sono ritrovate ed aiutate” ha detto il governatore regionale. I prossimi step saranno le audizioni presso i ministeri competenti (il Mise in primis) e c’è chi – non solo a livello locale – coglie la correlazione con il referendum costituzionale del 4 novembre come altro possibile crocevia per le sorti di questa vicenda.