Questa nuova edizione può contare anche sulla presenza della Gialappa's Band, che interagisce lungo il percorso con i due personaggi protagonisti della puntata. Il primo episodio ha visto alla guida Giancarlo Magalli e Giulia Salemi, una strana coppia stile “la pupa e il secchione” che ha puntato molto sul gioco delle parti, con il conduttore romano caustico come sempre
Riproporre un format televisivo di successo dopo tanti anni è sempre un rischio enorme. Lo è, però, quando il programma in questione aveva già dato tutto ciò che poteva dare, quando si tratta solo di una minestra riscaldata, della copia di mille riassunti. Quando, al contrario, un programma cult si era interrotto prematuramente, ecco che il revival ha un senso, anche e soprattutto dopo 14 anni. È il caso di Milano-Roma, viaggio in automobile di due vip sull’Autostrada del Sole, in onda dal 1998 al 2000 e ancora nel 2002 su RaiTre, tornato da ieri sera nella seconda serata di RaiDue.
Realizzata da ZeroStories TV e prodotto da Autostrade per l’Italia (trattasi di un branded content, voluto da Francesco Delzio, Direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Marketing di Atlantia e Autostrade per l’Italia), questa quinta stagione di Milano-Roma può contare anche sulla presenza della Gialappa’s Band, che interagisce lungo il percorso con i due personaggi protagonisti della puntata. Il primo episodio ha visto alla guida Giancarlo Magalli e Giulia Salemi, una strana coppia stile “la pupa e il secchione” che ha puntato molto sul gioco delle parti, con il conduttore romano caustico come sempre e l’ormai nota “smutandata di Venezia” a interpretare il ruolo della bella che non balla. Gli interventi della Gialappa’s, poi, sono riusciti a interrompere la monotonia del viaggio, rischio principale di un format che si fonda esclusivamente sulla capacità di interagire dei due protagonisti.
Quando hai Giancarlo Magalli alla guida, però, il rischio di scadere nel piattume noioso è quasi nullo. Quello che negli ultimi anni è diventato l’eroe dei social network, persino candidato alla presidenza della Repubblica a furor di popolo lo scorso anno con una boutade semiseria, è da sempre un personaggio acuto, interessante, intelligente, sferzante e ironico. Sottovalutato, persino, visto che da anni è costretto a vivacchiare nella riserva indiana di Michele Guardì, mentre avrebbe ancora tantissimo da dire e da dare nei palinsesti di mamma Rai, troppo spesso alla ricerca di volti nuovi (quasi sempre fallimentari) quando in casa ha fuoriclasse come Magalli.
E nel lungo e a tratti estenuante (per lui) viaggio in compagnia di Giulia Salemi, Magalli è stato perfetto, mai banale, credibile interprete del ruolo del fustigatore della giovane rampante, alla ricerca della fama e del successo pur senza saper fare concretamente nulla. E anche la Salemi, a essere onesti, si è prestata al gioco con autoironia e senso dello spettacolo, anche perché ha già ampiamente dimostrato di essere pronta a tutto pur di farsi notare.
Gli ascolti della prima puntata di questa nuova edizione non sono stati clamorosi (605.000 telespettatori, share del 5,67%), ma forse è il momento di allentare la pressione sui dati Auditel, soprattutto in casa Rai. Ci sono programmi che, ascolti o meno, vanno fatto e vanno soprattutto difesi, nonostante tutto e tutti. Milano-Roma (così come Nemo, giusto per fare un altro esempio), è uno di questi. RaiDue sta provando a riaffermare il proprio ruolo di rete “giovane” di casa Rai e, almeno tastando il polso dei social network (che sul pubblico giovane dicono molto più del campione Auditel), i risultati cominciano ad arrivare. Adesso si continua per altre sei puntate con altrettante coppie: Diego Abatantuono e Dino Abbrescia, il Mago Forest e Elisabetta Gregoraci, Erri De Luca e Geppi Cucciari, Carlo Lucarelli e Bruno Barbieri, Costantino della Gherardesca e Giulia Innocenzi, Giovanni Floris e Don Mauro Leonardi.