Alexey Ulyukayev è stato colto in flagrante mentre prendeva una bustarella, spiega il Comitato investigativo. Al centro l'operazione di acquisizione del 50% della compagnia petrolifera Bashneft da parte del colosso statale Rosneft. Inizialmente il ministro si era opposto poi aveva dato il via libera. Partito di opposizione Yabloko: "Storia molto strana"
È finito in manette, “colto in flagrante mentre accettava una bustarella“. Il ministro dell’Economia russo Alexey Ulyukayev è accusato di “estorsione e minacce” a rappresentanti della compagnia petrolifera statale Rosneft e, secondo il Comitato investigativo, ha incassato due milioni di dollari per dare il via libera all’accordo di compravendita del 50% della compagnia petrolifera Bashneft da parte di Rosneft, colosso petrolifero statale. È stato incastrato da una busta di denaro che, come ha spiegato il vicecapo del Comitato Svetlana Petrenko, gli è stata consegnata “sotto la supervisione delle forze dell’ordine”. Quelle contro di lui, ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sono accuse “molto serie” e necessitano “di prove molto serie”, che “in ogni caso solo un tribunale può decidere”.
Il suo arresto ruota intorno alla privatizzazione, voluta da Mosca, del 50% delle azioni della Bashneft. Una compravendita alla quale il ministro si era inizialmente opposto, ritenendo l’operazione incoerente. Ma a settembre, Ulyukayev ha fatto un passo indietro, indicando che l’operazione a cui era interessata Rosneft era giuridicamente possibile, visto che la legge sulla privatizzazione non la proibiva in modo esplicito. L’operazione si è completata a ottobre scorso quando la compagnia guidata da Igor Sechin, uno degli uomini più potenti della Russia e amico personale di Putin, ha comprato per 329.700 rubli (5 miliardi di dollari) il 50% delle azioni di Bashneft. È stato lui a spingere fortemente per dare luce verde all’acquisto, al quale si erano però opposte le figure più liberali del governo, vicine al primo ministro Medvedev. Secondo loro la Bashneft avrebbe dovuto essere acquisita da investitori privati.
“Alexey Ulyukayev è sempre stato della squadra di Gaidar, aveva sempre una carica, qualunque cosa succedesse. A me questa storia sembra molto strana perché chiedere, estorcere, addirittura con le minacce, una tangente alla Rosneft, è come estorcere una tangente al presidente – ha detto Grigory Yavlinsky, leader del partito di opposizione Yabloko -. Forse la previsione fatta alcune settimane fa dal ministero, secondo cui il paese rischia di affrontare 20 anni di stagnazione, ha provocato l’estrema irritazione di qualcuno”.
Ulyukayev, che è ministro dello Sviluppo economico della Federazione russa nel governo Medvedev da giugno 2013, è accusato di avere incassato la mazzetta milionaria per “la valutazione positiva data dal Ministero dello sviluppo Economico all’operazione che ha permesso alla Rosneft di completare l’accordo per l’acquisto del 50% detenuto dal governo del capitale della Bashneft“, spiega il vicecapo del comitato Svetlana Petrenko. Ulyukayev, 60 anni, è il funzionario russo di più alto livello a venire arrestato nel pieno del suo incarico dal 1991, anno del collasso dell’Unione sovietica. Molto vicino al banchiere Andrei Kostin, è a capo del board di supervisione della Vtb Bank – la seconda banca più grande della Russia – che considera quanto “accaduto la scorsa notte è stata una novità per noi come per chiunque altro”.