I dati Ipr e Tecnè per Porta a Porta. Negli ultimi 20 giorni i contrari hanno aumentato progressivamente preferenze, ora il distacco è tra 5 e 6 punti. Nella fascia d'età 18-34 anni raggiungono anche il 62 per cento. Elettori di Forza Italia spaccati
Il No che cresce, il Sì che diminuisce. I contrari alle riforme costituzionali diffusi quasi in tutta Italia, a parte che nel Centro. E soprattutto tra i giovani che sembrano trascinare il No al referendum costituzionale a dispetto degli elettori ultracinquantenni. Sono i risultati dei sondaggi Ipr e Tecnè per Porta a Porta. I due istituti danno al No un margine tra i 5 e i 7 punti percentuali. Per Ipr il No è al 52,5 contro il 47,5, mentre per Tecnè oggi finirebbe 53,5 a 46,5. Le raccomandazioni sono sempre due in materia di sondaggi e ilfatto.it cerca di ricordarle sempre: primo, i sondaggi come questo hanno un margine d’errore del 3 per cento e, secondo, misurano non tanto un peso specifico “alla lira”, ma una tendenza. E la tendenza la dà anche la serie storica sia di Ipr che di Tecnè. Il No è in crescita da 20 giorni e costantemente nelle ultime tre rivelazioni di entrambi gli istituti. Per Ipr il No ha vissuto quasi un’accelerazione: era al 50,8 per cento il 24 ottobre, è balzato al 52 il 7 novembre e ora incrementa di un altro mezzo punto. Per entrambi gli istituti l’affluenza è bassa, al 50 per cento, ma resta una fetta di indecisi – tra possibili astenuti e incerti su cosa votare – che galleggia tra il 16 circa e il 18.
A trascinare i contrari in questa crescita, secondo Ipr e Tecnè, sono soprattutto i giovani. Nella fascia d’età 18-34 anni, infatti, il No è rispettivamente al 62 e al 58 per cento. Più indecisa la sfida nella fascia d’età 35-54 anni, mentre tra gli ultracinquantenni il Sì resta in vantaggio solo per Ipr (56-44), mentre nell’ultima settimana la svolta a favore del No è avvenuta – secondo Tecnè – anche tra i più anziani (questa settimana è 51-40 per chi si dice contro la riforma Boschi).
“Il Sì può recuperare al Sud e nel Nord Ovest”
Elettori di Forza Italia spaccati in tre