Aiuto, ho un topo nel vestito! E non in uno qualsiasi, ma in quello comprato da Zara. La spiacevole intrusione “animale” è stata denunciata con tanto di prove fotografiche dalla 24enne newyorchese Cailey Fiesel che ha appena citato in giudizio presso la Supreme Court di Manhattan a New York il colosso della multinazionale della moda. Nel pomeriggio del 5 luglio 2016 la Fiesel si trovava tra le corsie dello store Zara di Greenwich (Connecticut) per una classica “seduta” di shopping. Una prova d’abito tira l’altra ed ecco che nel carrello finiscono un paio di vestiti da sera da 40 dollari, tra cui uno nero che diventerà pochi giorni dopo la prova del misfatto. Un salto in avanti, attorno a metà agosto 2016 con Cailey che decide di aprire il sacco con dentro la merce acquistata. Voilà lo splendido vestitino nero che viene indossato per andare al lavoro. Solo che dopo un paio d’ore alla scrivania l’attività lavorativa della ragazza è interrotta da un pesantissimo ed indecifrabile fetore la cui fonte rimane per diversi minuti ignota. La donna alza in piedi, si guarda attorno, ma nulla. Finché non inclina il capo verso il basso e si accorge che sull’orlo del vestito su una gamba c’è come un filo tirato. La mano della fanciulla fa per tirarlo quando si accorge che tra le dita ha la zampetta di un topino.
Nel rapporto del suo avvocato viene riportato come Cailey Fiesel sia saltata sulla sedia dalla paura, poi abbia cominciato a correre per l’ufficio urlando come una pazza. “Ero paralizzata dalla paura”, ha spiegato la Fiesel al New York Post. “Ero sotto shock. I miei occhi hanno visto che si trattava di un topo, ma il mio cervello mi diceva che non poteva essere”. Levato il vestito e passato lo spavento, ecco constatare realmente la terribile verità: nell’orlo del vestito è intrappolato un topo, chiaramente morto, con una zampetta che sbuca fuori dalla cucitura. La Fiesel fotografa il reperto, torna a casa e chiama un avvocato. “Zara ha violato il suo dovere di esercitare una ragionevole cura nella progettazione, produzione, controllo, e distribuzione dei suoi prodotti”, spiegano i legali newyorchesi della ragazza che citano in giudizio Zara per “negligenza” e “danni personali”, dato che la Cailey ha riscontrato anche un’eruzione cutanea sulla gamba proprio là sotto dove ha sfiorato per alcune ore il topo “insaccato”. L’ufficio stampa statunitense del colosso nato in Spagna nel 1975, e che oggi registra oltre duemila punti vendita dislocati in oltre 80 paesi, ha dichiarato “di essere al corrente di quanto accaduto” e che “l’azienda sta indagando ed approfondendo ulteriormente la questione”. Ha infine aggiunto: “Zara USA ha rigorosi standard di salute e sicurezza, e ci siamo impegnati a garantire che tutti i nostri prodotti soddisfino questi requisiti rigorosi”.