La Francia ha iniziato ad avere un deficit crescente di produzione fino a non riuscire più a far fronte ai propri bisogni. E, ovviamente, non è neanche in grado di esportare l’elettricità come ha sempre fatto
Come se non bastassero le tante distorsioni tutte italiane che pesano sulle nostre bollette, ora ci si mettono anche quelle dei Paesi oltreconfine. E’ infatti in arrivo l’ennesima stangata per i consumatori ma questa volta, paradosso dei paradossi, la causa è da ricercarsi in Francia. “E’ atteso un effetto” sui costi dell’elettricità in Italia per il fermo di un terzo delle centrali nucleari francesi, ha detto all’Ansa il presidente dell’Autorità per l’Energia Guido Bortoni, che ha poi aggiunto: “i mercati sono collegati” quindi “ci stupiremmo del contrario”.
Sì, ma cosa vuol dire? In sostanza da qualche settimana in Francia è stato disposto il fermo di un terzo delle centrali nucleari, ben 21 su 58. Una parte è stata bloccata per la normale manutenzione, un’altra per ordine dell’Autorità preposta alla sicurezza che ha voluto effettuare alcuni controlli straordinari dopo aver scoperto nel nuovo reattore Epr in costruzione a Flamanville un eccesso di carbonio nella composizione dell’acciaio del vessel e alla successiva individuazione dello stesso potenziale problema in molti reattori in funzione nel Paese.
Così, proprio con l’arrivo dell’inverno, la Francia ha iniziato ad avere un deficit crescente di produzione fino a non riuscire più a far fronte ai propri bisogni. E, ovviamente, non è neanche in grado di esportare l’elettricità in Italia come ha sempre fatto. E’ quindi costretta a importare dalle centrali oltreconfine, della Germania, Svizzera, Belgio, Spagna, Gran Bretagna e ovviamente dell’Italia, in particolare del Nord. Il problema principale è che la Francia ha sempre esportato a prezzi più bassi della media Ue perché l’elettricità prodotta dal nucleare è meno cara di quella prodotta da gas e carbone. Questo, insieme all’aumento della domanda che ha fatto schizzare il prezzo alla Borsa elettrica italiana, porterà ad un nuovo aggravio per gli italiani.
Le cifre che circolano parlano di 1 miliardo e mezzo di euro di extra costi in quattro mesi che ricadranno, da gennaio 2017, sulle bollette dei consumatori che aderiscono al mercato della maggior tutela. Tuttavia su questo Bortoni è stato cauto: “Numeri non ne faccio, li fa il mercato”. La situazione potrebbe comunque peggiorare ancora di più visto che la stampa francese ipotizza tempi lunghi per il riavvio dei reattori, che potrebbero restare fermi anche fino a febbraio. Nei giorni scorsi anche l’operatore della rete elettrica francese Rte ha lanciato l’allarme: “La sicurezza degli approvvigionamenti elettrici nell’inverno 2016-2017 si annuncia più delicata da assicurare che negli inverni precedenti, in ragione dell’indisponibilità di numerosi impianti di produzione”. La Francia rischia quindi di rimanere in questa situazione praticamente per tutto l’inverno, facendo lievitare ancora di più la domanda e di conseguenza i prezzi delle nostre bollette elettriche.