“Nel regno della sessualità, vivevano, più o meno felici, l’uomo e la donna. Ogni tanto si univano e nascevano bambini: questo assicurava il mantenimento della specie”. Così racconterei ai miei nipotini il sesso “vecchia maniera”.

“Un giorno, il regno fu scosso dall’ingenua noia in cui viveva da millenni e scoprì l’esistenza di altro, scoprì un mondo sommerso, fatto di porno, social, sesso virtuale, sesso di gruppo, perversioni di vario genere e allo stato puro. Gli uomini e le donne si scissero in tanti generi sessuali: poliamorosi, fluidi, pansessuali, asessuati ecc. In mezzo a questa gran confusione, da lontano, arrivarono gli ecosessuali”.

L’ultima tendenza in fatto di sessualità sono loro, gli ecosessuali, da non confondere con chi pratica sesso ecologico. Questi, infatti, fanno l’amore nel rispetto della natura talvolta rotolandosi nel fango ma niente di più. Gli ecosessuali, invece, vanno oltre, fanno l’amore proprio con la natura o, quanto meno, con alcuni aspetti di essa. Il loro – indubbiamente nobile – obiettivo è quello di rendere la terra sexy e attraente cercando di salvarla dal disastro ecologico.

C’è tutta una letteratura dietro questo movimento nato presumibilmente nel 2010 quando si è tenuto, in Australia, l’Eco Sex Symposium in cui intellettuali, attori porno e attivisti si sono “uniti”. Da allora è un fiorire di articoli, libri e un sito web sexecology.org. Ma, nel contempo, c’è ancora molta confusione sul movimento e su come praticamente si possa fare l’amore con la natura.

Voi riuscireste a provare un orgasmo strusciandovi sulla sabbia?

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