La carica degli emendamenti-mancia. C'è chi chiede di introdurre una speciale "indennità sismica" per i sindaci del terremoto. Chi soldi per una sfilza di teatri, fondazioni e associazioni. Ma su 1.500 emendamenti alla manovra cala la scure del nuovo regolamento che boccia interventi "localistici o microsettoriali"
Arriva la legge di Bilancio e scatta l’assalto alla diligenza tra mance, colpi di mano e regali agli amici degli amici. Non c’era solo la proposta del Pd di introdurre l’Imi che accorpa Imu e Tasi, poi ritirata a furor di polemiche. C’era chi, al solito, chiedeva soldi per San Patrignano, per il teatro Eliseo o per il Regio di Parma. Ma anche chi, come la deputata Angela Nissoli eletta all’estero, li voleva per un cimitero monumentale in Virginia occidentale, a ottomila chilometri da Roma. Qualcuno del Pd si preoccupa invece che le barche non paghino il canone per le tv installate a bordo, altri propongono poi “speciali indennità” per lenire fatiche e dolori dei sindaci dei Comuni colpiti da terremoti. E non manca il deputato messinese che ci riprova col Ponte sullo Stretto. Ma a molti, stavolta, è andata male.
E’ un piccolo assaggio dei 1.500 emendamenti alla manovra, su 4.639 presentati, che sono stati cassati in commissione alla Camera dal suo presidente, il deputato Pd Francesco Boccia, che ha fatto valere in maniera rigorosa i nuovi criteri di formazione della legge di contabilità pubblica (era stato il primo firmatario del testo che li ha riformati, lo scorso luglio), nonché i regolamenti procedurali che escludono espressamente norme e interventi “di natura localistica o microsettoriale ovvero norme che dispongono la variazione diretta delle previsioni di entrata o di spesa contenute nella seconda sezione del predetto disegno di legge”. In altre parole: un argine al rischio di gonfiare i costi della manovra facendone la consueta “legge mancia” da inghiottire presto, forse venerdì in aula, per farla digerire poi agli italiani.
Gli onorevoli, d’ogni partito e colore, erano avvertiti ma non si sono dati per vinti. Bussano e ribussano, col piattino in mano, per perorare piccole o grandi cause dei loro “territori”, gruppi d’elezione o settori di provenienza. A volte improbabili, a volte insidiose. Ecco una selezione (non esaustiva) della creatività messa in campo a questo giro. Il Ponte sullo Stretto resta sempre nel cuore ai deputati messinesi. Tra gli altri a Vincenzo Garofalo, capogruppo Ncd in commissione trasporti che ha presentato un emendamento per rendere l’opera “prioritaria”, cioè da finanziare assolutamente a valere sui fondi di programmazione da qui al 2019. Il testo inserisce anche la previsione dell’aggiornamento definitivo del progetto. E già che c’è, Garofalo dice anche chi deve occuparsene, suggerendo la nomina del presidente dell’Anas a commissario. Ma il Ponte, per disgrazia o fortuna, non passa.
Altri pensavano di forzare la mano. Filipppo Crimì (Pd)*, per dire, chiede la stabilizzazione del personale civile nelle basi Nato, questione che si trascina irrisolta da sempre. La Bergamini di Forza Italia voleva fare incorporare all’Agenzia delle entrate tutto: sia il demanio che le dogane. Filippo Busin, Lega Nord, insiste invece su “nuove disposizioni a favore del Mose per effettuare nuovi mutui”.
Non di solo cemento si vive. Nel capitolo “prebende culturali” si trova di tutto. Fabrizio di Stefano, deputato abruzzese di Forza Italia chiede che venga assegnato un contributo di 200mila euro per il 2017 per il bicentenario della Fondazione del Teatro Marruccino di Chieti. A quello Regio di Parma, tempio della lirica per eccellenza, di anni ne compie 187, vuoi non dare un milione di euro l’anno da qui al 2019? Così la pensa Catia Polidori, Forza Italia, che ha vergato un emendamento per finanziare la Fondazione del teatro. In campo musicale i suoi gusti spaziano fino al jazz: e infatti promette analoga dote per la fondazione dell’omonimo festival umbro. Ben cinque milioni di euro ha richiesto Lorenza Bonaccorsi (PD) per l’Eliseo di Roma.
Poi ci sono le associazioni. Come San Patrignano. Sergio Pizzolante, ex deputato Psi e ora vicepresidente di Area Popolare, chiede non una ma due volte di assegnare un contributo da un milione di euro alla comunità fondata da Muccioli, cui è molto vicino. E già che c’è, con un terzo emendamento, chiede di riconoscergli la qualifica di “sistema efficiente di utenza”.
Cadono sotto la scure anche iniziative a scopo di ricerca e di cura. Non perché non meritevoli, ma perché il canale per finanziarle è sbagliato. Quella di Buttiglione per chiedere un milione di contributo statale per la Fondazione Ebri che dal 2002 gestisce il Centro Europeo di Ricerca sul cervello voluto da Rita Levi Montalcini per il contrasto a malattie neurodegenerative. Oppure quella di Boccadutri che autorizza la spesa di 15 milioni di euro annui per garantire continuità alle iniziative di ricerca nel campo della biomedicina e delle biotecnologie condotte dalla Fondazione Rimed e valorizzare le attività cliniche per la ricerca condotte da Ismett.
Non mancano richieste a prima vista originali. Polidori, sempre lei, chiede ad esempio di introdurre speciali “indennità di funzione” per i sindaci dei comuni colpiti dal sisma di agosto e ottobre 2016. E viene da chiedersi: quelli del 2012 o del 2009? Tacendo il fatto che per molti sindaci, probabilmente, l’indennità sismica sarebbe fonte di imbarazzo.
Aggiornato alle 16.55
*Per un errore materiale al posto dell’onorevole Filippo Crimì è stato riportato il nome del senatore Vito Crimi. Ce ne scusiamo con l’interessato e con i lettori.