Coltivazione e vendita della cannabis sotto monopolio statale, come avviene per i prodotti del tabacco. E utilizzo delle entrate fiscali che ne deriveranno, fino a un limite massimo di 5 miliardi, per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e gli aiuti alle popolazioni terremotate. Lo prevedono due emendamenti alla legge di Bilancio ritenuti ammissibili dalla commissione Bilancio della Camera. A presentarli sono stati i deputati di Sinistra italiana, che puntano così a far rientrare dalla finestra una parte della proposta di legge di Roberto Giachetti (Pd) sulla legalizzazione della cannabis, che proprio mercoledì ricomincia il suo iter nelle commissioni Giustizia e Affari sociali dopo il breve passaggio in aula di luglio e il rinvio in commissione per decisione della capigruppo.
Entrambi gli emendamenti, uno a prima firma Giovanni Paglia e l’altro con Daniele Farina come primo firmatario, aggiungono un articolo alla manovra e prevedono che la coltivazione, la lavorazione e l’immissione sul mercato della cannabis e dei suoi prodotti derivati siano “soggette a monopolio di Stato in tutto il territorio della Repubblica”. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e nell’ambito delle risorse umane e strumentali previste a legislazione vigente, provvede quindi “a seguire direttamente tutte le fasi di lavorazione della cannabis conferita, nonché di concedere all’interno del territorio nazionale licenza di coltivazione della cannabis per l’approvvigionamento dei siti di lavorazione indicati dalla Agenzia”.
Entro due mesi il ministro dell’Economia dovrà disciplinare “le modalità di concessione delle licenze di coltivazione della cannabis, le modalità di acquisizione delle relative sementi e le procedure di conferimento della lavorazione dei suoi prodotti derivati, determinando annualmente la specie della qualità coltivabile, le relative quantità e stabilendo il prezzo di conferimento; le modalità di immissione sul mercato; il livello delle accise; il livello dell’aggio per la vendita al dettaglio, e le relative modalità di riscossione e versamento, nonché il prezzo di vendita al pubblico del prodotto”.
Le maggiori entrate dello Stato, nel limite massimo di 5 miliardi, dovranno essere destinata a due obiettivi diversi: l’incremento del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e un Fondo ad hoc per assicurare la garanzia pubblica per la concessione dei contributi diretti finalizzati all’assistenza della popolazione e alla ripresa economica nei territori colpiti dai terremoti di agosto e ottobre.