La Russia ha deciso di non ratificare lo Statuto di Roma, il trattato internazionale istitutivo della Corte penale internazionale. A riferirlo è il sito ufficiale dell’informazione legale russa (http://pravo.gov.ru), precisando che Vladimir Putin ha firmato un decreto in tal senso su proposta del ministero della Giustizia. Oltre ad aver fatto inviare al segretario generale dell’Onu un avviso sull’intenzione della Federazione Russa di non partecipare allo Statuto, approvato dalla Conferenza diplomatica dei rappresentanti plenipotenziari sotto l’egida dell’Onu a Roma il 17 luglio 1998 e firmato anche dalla Russia il 13 settembre 2000.
Punto di rottura con Mosca sarebbero state le valutazioni espresse in merito alla Crimea. La Corte penale internazionale – riporta il Moscow Times – ha recentemente definito l’annessione della penisola da parte del Cremlino come un conflitto militare tra Russia e Ucraina, definendola un’occupazione russa del territorio ucraino la presenza di miliziani filorussi nel Donbass, dove Mosca è accusata di sostenere militarmente i separatisti. “E’ assolutamente in contraddizione con la realtà” ed “è in contraddizione con la posizione espressa in un referendum dai cittadini della Crimea quando hanno deciso di entrare a far parte della Federazione russa”, ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
Il ministero degli Esteri russo ha accusato la Corte di mancanza di indipendenza. “Purtroppo la Corte penale internazionale ha disatteso le aspettative e non è diventata un organo veramente indipendente e autorevole della giustizia internazionale – si legge in un comunicato stampa – in diverse organizzazioni, tra cui l’assemblea generale dell’Onu e il Consiglio di sicurezza dell’Onu, è stato notato il lavoro poco efficace e a senso unico della Corte nel quadro dei casi investigati. E’ significativo il seguente fatto: nei 14 anni della sua attività, la Corte penale internazionale ha emesso solo quattro sentenze spendendo allo stesso tempo più di un miliardo di dollari”.
Nelle settimane scorse, Mosca è finita sotto accusa anche per le sue operazioni militari in Siria, con il presidente francese Francois Hollande che ha chiesto l’avvio di un’inchiesta per crimini di guerra commessi con i raid su Aleppo.