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Usa, bambini contro presidente Obama per fonti fossili: giudice riconosce diritto a minori di una Ong a fare causa

Il tribunale di Eugene, nello stato dell'Oregon, ha stabilito che 21 bambini e ragazzi possono fare causa a Washington per chiedere che il loro diritto a un "sistema climatico in grado di sostenere la vita umana" sia rispettato. "La mia generazione sta riscrivendo la storia - ha detto dopo la sentenza uno dei leader dell'organizzazione-. Noi stiamo facendo quello che così tanta gente ci aveva detto che non era in grado di fare: ritenere i nostri leader responsabili per le loro azioni disastrose e pericolose"

Il tribunale di Eugene, nello stato americano dell’Oregon, ha stabilito che 21 bambini e ragazzi “possono fare causa al governo degli Stati Uniti” per chiedere che il loro diritto a un “sistema climatico in grado di sostenere la vita umana” sia rispettato. La storia riguarda un gruppo di giovani, dai 9 ai 20 anni, di Our Children’s Trust, organizzazione non governativa e ambientalista statunitense, che si sono visti riconoscere da una Corte federale la possibilità di portare in tribunale anche l’inquilino della Casa Bianca per “violazione dei diritti costituzionali alla vita e alla libertà”, a causa dell’utilizzo “delle fonti di energia fossili”.

L’istanza è stata presentata nel settembre 2015 e i destinatari del ricorso sono il presidente Obama, alcune aziende dell’industria energetica e varie agenzie federali. I giovanissimi ricorrenti contestano al governo e alle company del settore di continuare a puntare sulle fonti fossili come carbone, petrolio e gas, considerate altamente inquinanti e che generano gas serra, mettendo a rischio la vita e la salute dei cittadini e delle generazioni future. I legali degli accusati si sono opposti per varie ragioni: alcuni negando che minori avessero diritto di fare causa allo Stato, altri persino sostenendo che “il riscaldamento globale non è provocato dall’uomo”.

Il giudice della Corte federale dell’Oregon, Ann Aiken, ha invece riconosciuto ai ragazzini la possibilità di fare causa al Governo: “L’azione è di un genere differente rispetto al tipico caso ambientalista – ha scritto nella sua sentenza -. Essa sostiene che le azioni o non azioni dei convenuti, che violino o no qualsiasi specifico dovere di legge, abbiano così profondamente danneggiato il nostro pianeta da minacciare i diritti costituzionali fondamentali dei ricorrenti alla vita e alla libertà. Le Corti federali troppo spesso sono state caute ed eccessivamente deferenti nel campo delle norme ambientali, e il mondo ha sofferto per questo”.  Secondo Julia Olson, la loro avvocatessa i bambini sono una “classe di persone discriminata” quando si tratta di “politiche ambientali”: non possono esprimere la loro opinione perché troppo giovani per votare, ma sono quelli la cui vita sarà più influenzata dal modo in cui il clima cambierà nei prossimi decenni. In particolare, per Olson il fatto che il governo conceda terreni e corsi d’acqua in usufrutto alle aziende che estraggono idrocarburi è “una violazione dei diritti costituzionali dei ragazzi alla vita, alla libertà e alla proprietà”.

Il leader del gruppo di giovanissimi ricorrenti è un nativo americano, Xiuhtezcatl Martinez, che ha soli 16 anni è già direttore dell’ong ambientalista Earth Guardians, nonché cantante rap. “La mia generazione sta riscrivendo la storia – ha detto dopo la sentenza -. Noi stiamo facendo quello che così tanta gente ci aveva detto che non era in grado di fare: ritenere i nostri leader responsabili per le loro azioni disastrose e pericolose. Io e gli altri ricorrenti stiamo domandando giustizia per la nostra generazione e per tutte quelle future”.