La casa giapponese rimpolpa la sua offerta con un prodotto dall'estetica gradevole e inconsueta, che ripropone il suo cavallo di battaglia: la doppia motorizzazione. Il risultato è una quattro ruote modaiola e rispettosa dell'ambiente, anche se non troppo dinamica come il design lascerebbe intendere
Il colosso giapponese riempie il vuoto nella gamma dei crossover di taglia media giocando la carta dell’eclettica C-HR, forte di un design sportivo, vistoso ed originale. Il suo look appare un po’ ispirato alle forme della popolare Nissan Juke, cui va dato il merito di aver inaugurato lo stile da “coupé dura”, ma in questo caso il concetto viene esteso a categoria e segmento superiori, con l’aggiunta di tutta la tecnologia Toyota più nobile per completare un quadro suggestivo: propulsione ibrida in primo piano, ma anche trazione integrale (motore benzina) ed ausili elettronici alla guida completi.
L’abitacolo è altrettanto suggestivo ed offre un’accoglienza dai toni hi-tech specie nell’allestimento più sportivo con diversi inserti blu che incrementano l’effetto sorpresa. Plastiche e rivestimenti non sono di qualità particolarmente ricercata, ma l’insieme è combinato con cura e garantisce un impatto soddisfacente. Vistoso ma pratico pure lo schermo centrale da 8″ multifunzione, posizionato a sbalzo a centro plancia e dotato della nuova interfaccia HMI: il modulo di navigazione è però optional (1000 euro) su tutti gli allestimenti.
Lo spazio è in linea con le dimensioni esterne (4,36 metri di lunghezza), ma la conformazione arrotondata, specie della parte alta della carrozzeria suggerisce, a sensazione, una maggior vicinanza tra conducente e passeggero. La sistemazione è comunque comoda, anche posteriormente dove gambe e testa godono di buona ariosità e libertà di movimento (mancano però bocchette di aerazione e bracciolo centrale), nonostante il tetto rastremato ed inclinato. Semmai è il vano di carico a soffrirne un po’, visto che la cubatura minima parte da soli 377 litri.
In marcia. Prendiamo il volante della più attesa C-HR Hybrid (sarà di gran lunga la più venduta), la più vicina alla Prius per contenuto tecnico poiché oltre al pianale ne eredita meccanica e propulsone ibrida con l’unità benzina 1.8 a ciclo Atkinson (dall’efficienza ulteriormente migliorata, pari al 40%) combinata al motore elettrico con batteria NiMH, quest’ultima posizionata sotto il divano posteriore senza inficiare la capacità di carico dell’auto.
E come sulla Prius, anche la C-HR parte sempre in modalità esclusivamente elettrica, cercando di estenderla il più possibile finché velocità ed accelerazione rimangono modeste. Ottimo per i consumi, che infatti vengono dichiarati particolarmente bassi per tutti gli allestimenti.
Ma è fuori città, con poco traffico, che si apprezza il carattere della sport utility giapponese: agile tra le curve, ottimamente aggrappata all’asfalto, vivace nei cambi di direzione anche grazie a movimenti della carrozzeria sempre ridotti. Con assorbimento delle asperità comunque sempre puntuale. Prestazioni e meccanica, nell’ottica dinamica e sportiveggiante suggerita dall’originale ed incisivo design, sono però un po’ deludenti.
Se si accelera con decisione, infatti – ma anche solo affrontando salite o dislivelli -, il motore benzina diviene rumoroso, l’accelerazione è giusto discreta (anche in modalità Sport; 11″ ai 100 km/h da fermo, velocità max 170 km orari) ed il cambio automatico planetario offre una sensazione di trascinamento costante del rapporto, assai poco in sintonia con l’immagine del modello, col regime motore elevato senza grosse variazioni: un po’ come accadeva sui vecchi motorini monomarcia. Del resto, la potenza combinata del sistema si attesta su 122 cv, a fronte di un peso di 1380-1460 kg.
Ottime, invece, dolcezza e “souplesse” di funzionamento quando si viaggia senza fretta. Apprezzabile anche la dotazione standard, per tutte, degli ausili attivi alla guida che includono tra gli altri la frenata automatica di emergenza con riconoscimento pedoni (attiva da 10 km/h) ed il regolatore di velocità adattivo.
TOYOTA C-HR – LA SCHEDA
Il modello: La C-HR è un inedito crossover di media grandezza, realizzato sulla stessa base e telaio della Prius. La meccanica può essere ibrida oppure convenzionale: in questo caso si dispone di un 1.2 benzina Turbo da 116 cv esclusivamente con cambio automatico CVT, combinazione offerta con trazione anteriore o integrale a inserimento automatico.
Dimensioni: lunghezza 4,36 metri, larghezza 1,80, altezza 1,57 metri
Motore: Propulsione ibrida con unità benzina 1.8 98 cv e motore elettrico da 53 kW, potenza combinata 122 cv. Trazione anteriore
Consumi omologati nel ciclo misto: da 3,6 a 3,9 litri per 100 km a seconda di cerchi (16″-18″) e allestimenti
Emissioni di CO2: da 82 a 87 g/km di anidride carbonica
Prezzi: Hybrid E-CVT da 28.400 a 30.400 euro, allestimenti Active, Style, Lounge. 1.2T CVT 2WD Active 25.700 euro, 1.2T CVT 4WD 27.700-29.700 euro, allestimenti Active, Style, Lounge. Disponibilità in concessionaria dal 19 novembre, consegne da dicembre.
Ci piace: Linea originale, suggestiva, piacevolmente sportiveggiante. Spazio interno di buon livello anche nella zona posteriore. Meccanica ibrida particolarmente spinta sulla parte elettrica in funzione della più elevata riduzione di consumi ed emissioni.
Non ci piace: La propulsione ibrida con trasmissione E-CVT non si intona al carattere dinamico e sportiveggiante dell’auto, prediligendo una marcia regolare e rilassata. Insonorizzazione migliorabile ad andature autostradali. Cubatura bagagliaio soltanto discreta.