L’ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, morta il 29 maggio scorso a Roma dopo essere stata strangolata e data alle fiamme, dovrà rispondere di omicidio volontario premeditato, stalking, incendio e distruzione di cadavere. Questi sono i reati contestati a Vincenzo Paduano, 27enne reo confesso, dai giudici nell’avviso di chiusura indagine firmato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal sostituto Maria Gabriella Fazi. L’ex guardia giurata ora rischia l’ergastolo.
La madre della vittima, Tina Raccui, aveva raccontato al Corriere della Sera le ultime settimane della vita di sua figlia, dicendo che Paduano – che aveva “accolto in casa come un figlio” – chiamava la ragazza in continuazione, a ritmi estenuanti, “con telefonate ogni 10 minuti“. L’uomo si trova in carcere dal giorno successivo all’omicidio. I due erano stati insieme per un paio di anni, allontanandosi e riavvicinandosi a più riprese, fino a tre settimane prima dell’omicidio, quando la giovane aveva deciso di troncare i rapporti definitivamente. Il 28 maggio si erano visti nel pomeriggio, a casa di lei, avevano parlato e la donna aveva ribadito che era davvero finita: stanca di quella “storia malata”, fatta di continue pressioni psicologiche e folli gelosie da parte di lui.
Paduano aveva quindi deciso: se non poteva stare con Sara, nessuno l’avrebbe dovuta avere. Poche ore dopo, sabato notte, mentre era di turno come vigilantes nel quartiere Eur di Roma, ha lasciato il posto di servizio ed è andato sotto casa del ragazzo che Sara aveva da poco iniziato a frequentare. Ha aspettato che la giovane riportasse a casa il ragazzo, e quando si è allontanata in auto, l’ha seguita. Sara in un primo momento non si è accorta di essere seguita, ha mandato un messaggio alla madre comunicandole che di lì a poco sarebbe arrivata a casa. Pochi istanti dopo l’uomo la affiancava e speronava, costringendola a fermarsi. A quel punto, secondo la ricostruzione, Paduano è entrato nell’auto di Sara e ci sarebbe stata un’animata discussione. Quindi il giovane ha cosparso l’auto con l’alcol gettandolo anche contro la vittima. La 22enne a quel punto sarebbe scesa dall’auto per cercare aiuto ma invano. Il giovane quindi, dopo aver dato alle fiamme l’auto, avrebbe raggiunto la ex, a circa 200 metri e le avrebbe dato fuoco con un accendino. Dopo il delitto, Paduano sarebbe tornato al lavoro all’Eur.
Alle 5 del mattino, dopo una segnalazione, sono intervenuti sul posto i vigili del fuoco che hanno trovato a duecento metri dai resti del veicolo il corpo semi-carbonizzato di Sara. Gli agenti della Squadra mobile di polizia hanno sentito i genitori della giovane, il ragazzo che frequentava, gli amici più stretti ed è emerso che Paduano la tormentava da tempo con telefonate continue e di recente l’aveva pedinata in almeno un’occasione. La ragazza era preoccupata per la morbosità con la quale il suo ex fidanzato voleva tornare ad ogni costo con lei. Delle continue chiamate da parte di Paduano, Sara aveva parlato con gli amici ma con tutta probabilità non lo riteneva pericoloso tanto che – anche poche ore prima dell’omicidio – si erano visti a casa per un chiarimento.