Molte sono le cose ancora da chiarire sulla sera in cui è morto Vittorio Andrei, il ventiduenne rapper noto come Cranio Randagio. Dalle indagini iniziano ad emergere alcuni particolari su quella festa a base di droghe che è costata la vita al giovane artista: secondo gli inquirenti e come riporta Repubblica Roma, a portare la droga nella casa nell’appartamento della Balduina non sarebbe stato un pusher ma uno degli invitati al party. Due ragazzi presenti alla festa hanno confermato quanto già dichiarato dai padroni di casa, ovvero che quella sera circolavano anche cocaina e anfetamina. Ancora poco chiaro quanto successo tra le 14 di sabato pomeriggio e le 15, quando è partita la chiamata all’ambulanza e ci vorrà tempo prima di avere i risultati degli esami tossicologici effettuati sul corpo di Vittorio: l’autopsia ha escluso anomalie cardiache.
Molti gli amici che hanno salutato Vittorio alla camera ardente allestita al Policlinico Gemelli e molti coloro che hanno voluto dimostrare sostegno alla madre Carlotta, ai due fratelli e alla fidanzata. Fiori e rose con decine di biglietti, pensieri e parole di stima per questo ragazzo che tutti definiscono talentuoso e maturo, cresciuto troppo presto (Vittorio aveva perso il padre qualche anno fa). “L’hanno circondato d’amore — ha detto mamma Carlotta — e questo perché Vittorio è un ragazzo magico e questa sua magia, questo suo amore, l’ha saputo diffondere a tutti. Oggi qui è venuto chi gli voleva veramente bene”.