Dal primo gennaio 2017 entrerà in vigore in Kuwait la legge sulla criminalità minorile, che abbassa l’inizio della maggiore età da 18 a 16 anni. La legge, approvata dal Parlamento con 37 voti a favore e sette contrari, significherà che dai 16 anni in poi si verrà processati come gli adulti e si riceveranno le medesime sanzioni degli adulti, pena di morte inclusa.

A un forum svoltosi nei giorni scorsi sui rischi connessi all’uso del social media – una vera e propria ossessione nelle monarchie del Golfo – il direttore del dipartimento per la protezione dei minori presso il ministero dell’Interno del Kuwait, Bader al-Ghaddhoori – ha invitato gli studenti e le loro famiglie a essere estremamente attenti ai cambiamenti apportati dalla legge. “I siti online offrono grandi opportunità ma espongono anche a gravi pericoli”, ha spiegato al-Ghaddouri al quotidiano locale Al-Qabas.

Al-Ghaddoori ha poi illustrato quali sono, a suo dire, i siti online più pericolosi: quelli che parlano di disordini, scioperi, manifestazioni, assenteismo scolastico, sit-in, organizzazioni clandestine, terrorismo, traffico di droga, alcool, sesso, turismo, prostituzione e crimine organizzato. Una discreta miscellanea…

Occorre stare attenti, ha aggiunto, anche ai siti che danneggiano le relazioni con paesi fraterni e amici, incitano ad attaccare i leader di governo e le figure e i simboli religiosi, provocano faide settarie e tribali, ridicolizzano altre persone e diffondono notizie incontrollate.

“Le persone devono avere realmente paura di Allah e attenersi strettamente alle leggi, poiché non poche famiglie e società sono state danneggiate dall’impatto negativo di siti distruttivi”, ha ammonito al-Ghaddoori.

Quest’anno a gennaio è entrata in vigore la nuova legge sui reati online. Ne ha fatto le spese anche un membro della famiglia reale. I minorenni, anzi gli ex minorenni, sono avvisati…

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