Chissà che sapore ha, la pillola Zucconi. E’ una pillola prodigiosa, perché ti permette di ingoiare di tutto. Addirittura con entusiasmo. Cito Vittorio Zucconi non a caso. Inutile parlare degli Staino o dei Gadlerner: sempre stati sopravvalutati, fedeli alla linea, di poco o nullo talento, tifosi di un partito (“Il” partito) e per nulla appassionati alla politica. Nient’altro che soldati (o gerarchi) organici di un progetto da appoggiare a prescindere. Acriticamente.
Zucconi sembrava diverso. Uno bravo, bello da leggere e tutto sommato piacevole da ascoltare (in tivù; in radio ha sempre tromboneggiato, provocando sul povero pubblico un subitaneo asciugamento di zebedei). A leggerlo e vederlo adesso fa più tenerezza che rabbia. Non alludo al suo odiare i 5 Stelle, che sono spesso bravissimi a farsi odiare. E’ nel suo pieno diritto detestarli, e poi – così facendo – tradisce quel che più gli fa male: la constatazione di come la presunta “egemonia della sinistra” sia morta da un pezzo. Neanche voglio infierire sui suoi continui – nonché esilaranti – scleri per la vittoria di Trump, che non aveva minimamente previsto sebbene il buon Don Vittorio sia ormai americano (come non manca di ricordarci ogni secondo). E’ anche questa una ulteriore conferma di come Zucconi viva da tempo fuori dal mondo.
Ma il punto è un altro: è la pillola. La pillola Zucconi. Quella che ha ingoiato e lo ha fatto diventare più renzino di Renzi e più boschino della Boschi. Non è accaduto – come sostengono molti 5 Stelle – a “tutti quelli di Repubblica”. Basta pensare a Massimo Giannini, bravissimo a dare a Renzi i meriti (pochi) e demeriti (tanti) che ha. Non è accaduto a tutti, ma è successo a quasi tutti gli over 60. Forse lo scoprire, non più giovanissimi, che il cavallo su cui si era puntato era quello sbagliato li ha portati a negare l’evidenza. A credere davvero che Matteo sia in qualche modo figlio di Enrico. E dunque a non togliere dalla cameretta il poster di quando erano giovani. Così, per debolezza e quieto vivere, hanno ingoiato la pillola. La pillola Zucconi. Una reazione quasi tenera, a pensarci.
E’ una pillola magica, quella che ha ingoiato Zucconi. Gli permette addirittura di accettare con gioia tutto quello che pareva combattere quando lo faceva Berlusconi, riducendolo a un propagandista di regime, come un Andrearomano qualsiasi. E’ una pillola che lo fa minimizzare di fronte a De Luca, che lo orgasmizza quando vede Verdini, che lo erotizza (cerebralmente, per carità) quando vede Gozi o Picierno. Una vita intera a fingere di combattere, non senza talento e guittezza, per poi ritrovarsi nonnominkia di Nardella. Peccato.