"Al momento rileviamo dei casi sporadici ed il trend è in rallentamento, ma finché tutta la popolazione della Toscana residente nelle aree più colpite non si sarà vaccinata contro il meningococco C, ci saranno comunque dei rischi" ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi
Lo scorso febbraio la regione Toscana aveva varato un piano di vaccinazione intensiva dopo una serie di casi di meningite. La donna di 45 anni, morta all’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze dove era stata ricoverata all’alba di oggi al pronto soccorso in condizioni gravissime, non si era sottoposta al vaccino. Dagli accertamenti svolti dai sanitari, informa la Ausl Toscana Centro, anche l’esame di Pcr, che inviato al laboratorio di immunologia della Aou Meyer di Firenze ha confermato la diagnosi di sepsi da meningococco di tipo C.
Le strutture di igiene e sanità pubblica si sono immediatamente attivate per effettuare l’indagine epidemiologica al fine di identificare i contatti stretti da sottoporre a profilassi. La donna era residente a Firenze e da un controllo effettuato al data base dell’Azienda Sanitaria è risultato che non si era vaccinata. “Al momento rileviamo dei casi sporadici ed il trend è in rallentamento, ma finché tutta la popolazione della Toscana residente nelle aree più colpite non si sarà vaccinata contro il meningococco C, ci saranno comunque dei rischi” ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi. Quest’ultimo caso, sottolinea, “è un’ulteriore conferma della necessità della strategia già adottata dalla Toscana, con Iss e ministero della Salute, di vaccinare estensivamente innanzitutto tutti i residenti nelle zone più a rischio per i focolai già registrati“. Proprio grazie alle vaccinazioni, “da inizio anno si è avuto un rallentamento nel trend dei casi in Toscana, ma la guardia deve restare alta: ad ammalarsi infatti non sono in particolare i bambini, già vaccinati contro il meningococco C, bensì – avverte Ricciardi – gli adulti non vaccinati”.
“Le meningiti sono malattie molto gravi, difficili da riconoscere nelle fasi iniziali e anche quando la diagnosi viene fatta tempestivamente, e la terapia antibiotica praticata subito e in maniera adeguata, la possibilità di guarire completamente è inferiore al 50%”: per questo gli esperti consigliano di vaccinarsi, unica arma contro questa malattia.