Al centro della puntata l'inchiesta della Procura di Milano, che ha aperto un fascicolo per corruzione e riciclaggio a carico dell'ex deputato dell'Udc e presidente del Ppe nel Consiglio d'Europa
“Il Consiglio d’Europa è la storica organizzazione che promuove i valori democratici e i diritti umani. Alcuni politici azeri hanno capito quanto le istituzioni europee siano fragili ed è proprio qui che nasce la cosiddetta diplomazia del caviale. Secondo gli inquirenti milanesi il deputato italiano Luca Volontè avrebbe intascato una tangente di due milioni e trecentonovantamila euro per far bocciare un rapporto sui prigionieri politici sfavorevole al governo azero”.
Poche parole sul sito di Report per descrivere il contenuto della puntata di lunedì 21 novembre, che mette al centro i rapporti tra Italia e Azerbaigian, ricco di idrocarburi e di caviale. Che è in parte protagonista della puntata: nel corso della trasmissione, come scrive il Corriere della Sera, viene infatti intervistato Luigi Vitali, commissario di Forza Italia in Puglia ed ex rappresentante della delegazione parlamentare al Consiglio d’Europa di Strasburgo. Parla di caviale ricevuto da Baku e di “soldi”, senza specificare di cosa si tratti. Il denaro in questione sono i “2 milioni e 390mila euro su cui indaga la Procura di Milano, che ha aperto un fascicolo per corruzione e riciclaggio a carico di Luca Volontè, ex deputato dell’Udc e presidente del Ppe nel Consiglio d’Europa“.
Quei soldi sono dell’Azerbaigian e secondo l’accusa sono stati incassati per per votare contro il rapporto sui prigionieri politici azeri, che includono dissidenti e giornalisti. Un dossier stilato dal deputato tedesco Christoph Strasser e bocciato dal Consiglio d’Europa dopo l'”orientamento” del voto. E dopo quella cifra, che è stata così suddivisa: sempre secondo la Procura, 390mila euro sono andati alla società “Lgv” di Volontè, il resto alla sua fondazione, la “Novae Terrae” di Saronno.
A versarli tra il 2013 e 2014 è stato Elkhan Suleymanov, capo della lobby azera a Strasburgo e, ricorda il Corriere, “buon amico del presidente Aliyev“. In sintesi il suo programma – si legge sul sito di Report – è fatto “giornalisti in prigione, una fortuna nascosta a Panama, repressione degli oppositori politici, guerra al confine, amichevoli rapporti con l’occidente. E governa un Paese con cui l’Italia fa affari da anni – è la fonte primaria del petrolio che importiamo – e che ci venderà il gas per riscaldare le nostre case, in arrivo sulle coste pugliesi con il gasdotto TAP“.