Ex capo della segreteria e sub commissario dell’emergenza rifiuti durante gli anni in cui Bassolino ha guidato la Regione Campania e il commissariato governativo, l'europarlamentare ha dichiarato: "Stabilire un nesso tra l'erogazione del finanziamento e l'esito del referendum si definisce in un solo modo: clientelismo. Saremmo di fronte ad un plateale voto di scambio"
“Se avrò la percezione di clientele e ricatti elettorali sui fondi europei, non esiterò a reagire: di fronte alla commissione europea e con un esposto in Procura”. L’eurodeputato Pd Massimo Paolucci è andato praticamente a casa di De Luca, a un dibattito a Fisciano (Salerno), per lanciare la sfida. E per fare arrivare da vicino il messaggio che “stabilire un rapporto di causa effetto tra finanziamenti e voto al Sì è intollerabile”. Paolucci è un dalemiano, uno dei collaboratori più stretti di Bassolino: ne è stato capo della segreteria e sub commissario dell’emergenza rifiuti durante gli anni in cui Bassolino ha guidato la Regione Campania e il commissariato governativo. Poi tra i due ci fu una lite e la riappacificazione.
Ora Paolucci ha sostenuto l’ex sindaco di Napoli alle primarie Pd e gli è al fianco nell’esperienza della Fondazione Sudd. Ma rispetto a Bassolino, renziano e tiepido sostenitore del Sì, Paolucci è schierato con il No. Così ribatte alle parole di De Luca con una vis ancora più critica e polemica: “I finanziamenti nazionali e i fondi europei sono finanziamenti pubblici, vengono assegnati con criteri di evidenza pubblica, oggettivi e trasparenti – ricorda Paolucci – e ricordo che pubblico è il contrario di privato. Quei soldi non sono “proprietà privata” di nessuno. Stabilire un rapporto di causa effetto tra finanziamento e voto al sì è intollerabile. Far intendere che la vittoria del sì è la chiave per avere questi finanziamenti è ancora più inaccettabile”. Stringendo il ragionamento: “Stabilire direttamente o indirettamente un nesso tra l’erogazione del finanziamento e l’esito del referendum si definisce in un solo modo: clientelismo. Saremmo di fronte ad un plateale voto di scambio”.
Cioè un reato. “Ma mi auguro che quelle parole ascoltate su ilfattoquotidiano.it rimangano tali: frasi sbagliate e inopportune, a cui non segua null’altro”. E se invece, onorevole Paolucci, dovesse seguire qualcosa? “Patti chiari amicizia lunga. Se dovessi avere la minima percezione che nelle prossime ore che dovessero andare avanti pratiche clientelari, pressioni e ricatti, non esiterò a reagire nelle forme e nei modi conseguenti: rivolgendomi alla Commissione europea e presentando formale esposto in Procura”. Paolucci conclude invitando a un voto libero e privo di ogni tipo di condizionamento, ed esprimendo solidarietà a Rosi Bindi (“le parole di De Luca su di lei sono una schifezza”) e a Francesca Scarpato, la segretaria dei Giovani democratici della Campania, presa a colpi di uova mentre guidava il furgoncino attrezzato a diffondere lungo le vie di Napoli le ragioni del ‘Sì’. “Atto gravissimo e intimidatorio. Insopportabile ed odioso, allo stesso modo, è tentare di condizionare il voto utilizzando gli incarichi istituzionali”.