“Nel documentario non parliamo di problemi. Abbiamo cercato di raccontare la disabilità in senso moderno: non un problema, ma una caratteristica. Per esempio io so scendere da una pista nera di sci ai cento all’ora, tu ci riesci?” Sofia Righetti è questa: 28 anni dalla provincia di Verona, una laurea in filosofia in tasca, chitarrista di heavy metal, un volto da modella (non a caso fare la modella è una delle sue occupazioni) e ora anche protagonista della serie di mini-documentari pensati per internet, intitolata Sofia rocks, inviato speciale. Con la sua carrozzina porterà gli spettatori in diversi posti per raccontare le storie di chi vive la disabilità e di chi no: “E alla fine vi mostrerò che non ci sono poi così tante differenze”.
“La cosa – spiega Sofia a ilfattoquotidiano.it – è nata da un’idea di Mauro Sarti, del regista Antonio Saracino e di alcuni giornalisti di Agenda. Mi hanno contattato, ho fatto un colloquio per capire se ero la persona che poteva andare bene e gli sono piaciuta”. In ogni puntata sarà trattato un argomento specifico: “Per me è una cosa nuova: sono campionessa di sci alpino e negli ultimi anni ero stata abituata a essere intervistata. Passare dall’altra parte è stata un’esperienza nuova”. Un progetto nato e girato tutto a Bologna, la città dove Sofia ha vissuto e studiato per sei anni. Martedì 22 novembre va online la prima puntata della serie prodotta, oltre che da Agenda, anche dall’agenzia Filandolarete. Gli intervistati saranno la campionessa paralimpica Martina Caironi e l’allenatore del Bologna calcio Roberto Donadoni. Negli altri quattro episodi ci saranno il rettore dell’università di Bologna Francesco Ubertini, il senatore Sergio Lo Giudice, l’assessore regionale in Emilia-Romagna Patrizio Bianchi, il segretario della Fiom Maurizio Landini, gli artisti Alessandro Bergonzoni e Felice Tagliaferri, gli scrittori Danilo ‘Maso’ Masotti e Franco ‘Bifo’ Berardi. Il documentario verrà trasmesso sul sito internet dedicato www.sofiarocks.it, su www.redattoresociale.it, www.superabile.it, www.lovegiver.it e anche dalle televisioni locali Trc e Icaro Tv.
Il filo conduttore della web serie è che per combattere discriminazioni, ignoranza, razzismo ed emarginazione, è importante lavorare su un progetto culturale che vede la diversità, e in questo caso le persone con disabilità, come una ricchezza e non solo come un limite. “Una caratteristica – spiega Sofia – diventa un problema quando non ci sono le opportunità per svilupparla: quando ci sono barriere architettoniche, ma anche barriere mentali, barriere nella intelligenza delle persone”. Dopo l’avventura della web serie Sofia ha già pronta la valigia, destinazione Australia: “Vado a migliorare il mio inglese per poi continuare ad occuparmi di filosofia con un dottorato”. La domanda sorge spontanea: “E la politica non ti interessa?”. “Per ora non mi piace proprio. Mio padre è stato anche assessore nel mio paese, a Negrar, e una volta ha pure provato a coinvolgermi. Ma per ora mi piace occuparmi dei problemi in altri modi”.