Guadagni poco? Se hai avuto la casa danneggiata o distrutta dal terremoto del Centro Italia, dovrai ricostruirla a tue spese. E’ il paradosso che rischia di nascere dal fatto che i contributi economici ai privati messi in campo dal governo con il decreto “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto”, ora all’esame della commissione Bilancio del Senato, prendono la forma di detrazioni fiscali, cioè sconti sulle imposte. Ma chi è incapiente, cioè ha un reddito talmente basso (meno di 8mila euro l’anno) che non paga l’Irpef, di quello sconto non può godere. Anche tra quanti l’imposta sul reddito la pagano, poi, ce ne sono molti che non guadagnano abbastanza da beneficiare per intero dello sgravio. E lo stesso problema si pone per il sisma-bonus, il meccanismo previsto dalla legge di Bilancio per invogliare gli italiani a ristrutturare la propria abitazione con criteri antisismici. Il grande piano di messa in sicurezza e prevenzione annunciato da Matteo Renzi parte dunque anch’esso con le armi spuntate. Per fortuna se n’è accorto il Parlamento, che esaminando il decreto e la manovra ha proposto correttivi per scongiurare questo rischio. Resta da vedere se l’esecutivo ne terrà conto e se gli emendamenti alla legge di Bilancio saranno approvati. “In termini di efficacia il meccanismo della detrazione non sembra il migliore. Sarebbe stato meglio un intervento diretto dello Stato“, commenta con ilfattoquotidiano.it Massimiliano Sironi, presidente della commissione Diritto tributario nazionale dell’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Milano. “Ma è evidente che avrebbe avuto un impatto ben diverso sul bilancio“. Le detrazioni consentono infatti di spalmare gli oneri per le casse pubbliche su ben 30 anni.
“Con le attività economiche ferme da agosto i redditi caleranno. E beneficiare degli sgravi sarà più difficile” – Partiamo dall’aspetto più urgente, quello della ricostruzione. Il decreto del 18 ottobre stabilisce che per affrontare le spese i terremotati debbano chiedere a una banca un finanziamento agevolato, da restituire in un massimo di 25 anni. In cambio otterranno appunto un “credito di imposta, fruibile esclusivamente in compensazione“, pari a capitale, interessi e spese. Ma gli incapienti – categoria in cui ricadono ben 10 milioni di italiani, il 16% della popolazione – del credito di imposta non possono beneficiare. E anche chi ricade nel primo scaglione Irpef, a cui corrisponde una tassazione annua di circa 3.500 euro, se ha subìto molti danni rischia di non poter ammortizzare del tutto la rata del prestito. Si noti che lo scorso anno i redditi medi dichiarati dagli abitanti di Abruzzo, Marche e Umbria si sono attestati intorno ai 19mila euro (22mila per i laziali, ma le zone colpite sono tra le più povere della regione). In più, ricorda Sironi, “nelle aree terremotate tante attività economiche sono ferme da fine agosto, quando c’è stata la prima scossa, per cui la prossima dichiarazione dei redditi di quei contribuenti ne risentirà pesantemente”.
Il 4 novembre l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento n.186585 con cui disciplina le modalità di fruizione del credito di imposta. Al punto 1.4 si legge che “le somme (capitale, interessi e spese, ndr) sono recuperate dal soggetto finanziatore anche mediante la cessione del credito”. “Ma questo si applica appunto ai finanziatori, cioè alle banche”, commenta Sironi. “Per consentire al privato di cederlo occorre che questa possibilità sia specificata nel decreto”. Secondo la nota di lettura al decreto, invece, il provvedimento delle Entrate “consente che il credito d’imposta sia utilizzato dal beneficiario del finanziamento per corrispondere alla banca le rate di rimborso del finanziamento stesso. In tal modo, i cittadini e le imprese beneficiari fruiscono unicamente della provvista finanziaria, senza dover versare rate di capitale o di interessi, il cui onere viene scontato dagli istituti di credito direttamente nei confronti dell’erario”.
La commissione Finanze: “Consentire la cessione del credito alla banca” – Per evitare dubbi, la commissione Finanze del Senato nel parere sul decreto ha inserito tra le osservazioni la richiesta che sia garantita “la fruizione effettiva” dello sgravio consentendo “che il credito d’imposta sia utilizzato dal beneficiario del finanziamento per corrispondere alla banca le rate di rimborso del finanziamento stesso”. La facoltà di cedere il credito agli intermediari finanziari, secondo i membri della commissione, andrebbe “specificata con disposizione di rango primario” per “scongiurare in partenza l’eventualità che il contribuente non possa fruire del credito d’imposta per incapienza, così come che debbano essere versate le rate del finanziamento nell’attesa che il credito di imposta maturi in dichiarazione dei redditi”.
Anche il sisma bonus per la messa in sicurezza parte in salita – L’altro nodo riguarda la messa in sicurezza dell’intero patrimonio immobiliare della Penisola. Renzi l’ha ripetuto anche alla Leopolda: “Al centro dell’agenda politica è l’idea che l’Italia torni ad avere una strategia di prevenzione per le prossime generazioni”. Una strada obbligata, considerato che secondo l’Istat ci sono 1,9 milioni di case nelle aree a maggior rischio di terremoti (“zona 1”) e oltre la metà sono state costruite prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica. Da qui la scelta di prorogare fino al 2021 il cosiddetto sisma bonus, cioè le detrazioni sulle spese sostenute per interventi antisismici, e aumentarne il valore. La legge di Bilancio stabilisce che dall’anno prossimo lo sgravio salga dal 65% attualmente in vigore al 70% se gli interventi comportano il passaggio alla classe di rischio inferiore e all’80% se il miglioramento è di due classi di rischio. Nei due casi le detrazioni sono ulteriormente maggiorate (rispettivamente 75 e 85%) se i lavori riguardano le parti comuni di un condominio.
Le agevolazioni sono spalmate su “cinque quote annuali di pari importo”. Dunque se si spendono, poniamo, 30mila euro per un intervento importante che dà diritto a un 70% di sgravio, si potranno detrarre dalle tasse 4.200 euro l’anno per cinque anni. Ma per godere interamente del beneficio serve un reddito superiore ai 19mila euro annui: sotto quella cifra l’Irpef complessiva risulterà inferiore alla detrazione disponibile.
Paletti strettissimi per chi non ha i soldi per pagare i lavori – Non solo: a monte, ovviamente, occorre avere i soldi per pagare chi fa i lavori. Il problema, anche in questo caso, si potrebbe risolvere consentendo a chi non li ha di cedere il credito di imposta alla banca a cui dovrà chiedere un finanziamento. Ma la manovra consente la cessione solo “ai fornitori che hanno effettuato gli interventi nonché a soggetti privati, con la possibilità che il credito sia successivamente cedibile” e unicamente per gli interventi sulle parti comuni condominiali. Insomma: lo sgravio può essere “girato” all’impresa a cui si affidano i lavori, in cambio di uno sconto equivalente, o a un altro contribuente “capiente”, cioè con un reddito alto e molte tasse da pagare. Probabilmente un parente che ha contribuito alle spese. Rimane esclusa la “cessione ad istituti di credito e intermediari finanziari“. Se non ci saranno modifiche, spiega Sironi, difficilmente il nuovo sisma bonus sarà un successo: “Difficile che un fornitore accetti di anticipare i soldi per i materiali e aspetti fino all’esercizio successivo per rientrare dalla spesa attraverso la detrazione. E comunque questa opzione vale solo per i condomini, che nei piccoli centri sono in minoranza rispetto a villette e case indipendenti”. Alcuni emendamenti alla legge di Bilancio presentati in commissione Finanze chiedono che anche i privati possano cedere la detrazione e che sia consentito girarla alle banche. Si vedrà se le proposte di modifica saranno approvate dalla commissione Bilancio, che ha iniziato a votare sugli emendamenti domenica 20 novembre e sta procedendo a tappe forzate perché il ddl possa arrivare in Aula prima della settimana di stop pre-elettorale. Governo e maggioranza potrebbero a loro volta introdurre emendamenti ad hoc.
aggiornato alle 19:40 del 22 novembre
Economia
Terremoto: ricostruzione e prevenzione? Solo incentivi fiscali. E se passa il decreto chi guadagna poco non ne ha diritto
Sia i contributi per chi ha avuto la casa danneggiata o distrutta sia quelli per la messa in sicurezza preventiva passano attraverso detrazioni dalle imposte. Quindi gli incapienti, cioè quanti hanno un reddito talmente basso da non pagare l'Irpef, in teoria non possono goderne. Il commercialista: "Sarebbe stato meglio un intervento diretto dello Stato, ma avrebbe avuto un impatto ben diverso sul bilancio". Il Parlamento ha già chiesto correttivi
Guadagni poco? Se hai avuto la casa danneggiata o distrutta dal terremoto del Centro Italia, dovrai ricostruirla a tue spese. E’ il paradosso che rischia di nascere dal fatto che i contributi economici ai privati messi in campo dal governo con il decreto “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto”, ora all’esame della commissione Bilancio del Senato, prendono la forma di detrazioni fiscali, cioè sconti sulle imposte. Ma chi è incapiente, cioè ha un reddito talmente basso (meno di 8mila euro l’anno) che non paga l’Irpef, di quello sconto non può godere. Anche tra quanti l’imposta sul reddito la pagano, poi, ce ne sono molti che non guadagnano abbastanza da beneficiare per intero dello sgravio. E lo stesso problema si pone per il sisma-bonus, il meccanismo previsto dalla legge di Bilancio per invogliare gli italiani a ristrutturare la propria abitazione con criteri antisismici. Il grande piano di messa in sicurezza e prevenzione annunciato da Matteo Renzi parte dunque anch’esso con le armi spuntate. Per fortuna se n’è accorto il Parlamento, che esaminando il decreto e la manovra ha proposto correttivi per scongiurare questo rischio. Resta da vedere se l’esecutivo ne terrà conto e se gli emendamenti alla legge di Bilancio saranno approvati. “In termini di efficacia il meccanismo della detrazione non sembra il migliore. Sarebbe stato meglio un intervento diretto dello Stato“, commenta con ilfattoquotidiano.it Massimiliano Sironi, presidente della commissione Diritto tributario nazionale dell’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Milano. “Ma è evidente che avrebbe avuto un impatto ben diverso sul bilancio“. Le detrazioni consentono infatti di spalmare gli oneri per le casse pubbliche su ben 30 anni.
“Con le attività economiche ferme da agosto i redditi caleranno. E beneficiare degli sgravi sarà più difficile” – Partiamo dall’aspetto più urgente, quello della ricostruzione. Il decreto del 18 ottobre stabilisce che per affrontare le spese i terremotati debbano chiedere a una banca un finanziamento agevolato, da restituire in un massimo di 25 anni. In cambio otterranno appunto un “credito di imposta, fruibile esclusivamente in compensazione“, pari a capitale, interessi e spese. Ma gli incapienti – categoria in cui ricadono ben 10 milioni di italiani, il 16% della popolazione – del credito di imposta non possono beneficiare. E anche chi ricade nel primo scaglione Irpef, a cui corrisponde una tassazione annua di circa 3.500 euro, se ha subìto molti danni rischia di non poter ammortizzare del tutto la rata del prestito. Si noti che lo scorso anno i redditi medi dichiarati dagli abitanti di Abruzzo, Marche e Umbria si sono attestati intorno ai 19mila euro (22mila per i laziali, ma le zone colpite sono tra le più povere della regione). In più, ricorda Sironi, “nelle aree terremotate tante attività economiche sono ferme da fine agosto, quando c’è stata la prima scossa, per cui la prossima dichiarazione dei redditi di quei contribuenti ne risentirà pesantemente”.
Il 4 novembre l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento n.186585 con cui disciplina le modalità di fruizione del credito di imposta. Al punto 1.4 si legge che “le somme (capitale, interessi e spese, ndr) sono recuperate dal soggetto finanziatore anche mediante la cessione del credito”. “Ma questo si applica appunto ai finanziatori, cioè alle banche”, commenta Sironi. “Per consentire al privato di cederlo occorre che questa possibilità sia specificata nel decreto”. Secondo la nota di lettura al decreto, invece, il provvedimento delle Entrate “consente che il credito d’imposta sia utilizzato dal beneficiario del finanziamento per corrispondere alla banca le rate di rimborso del finanziamento stesso. In tal modo, i cittadini e le imprese beneficiari fruiscono unicamente della provvista finanziaria, senza dover versare rate di capitale o di interessi, il cui onere viene scontato dagli istituti di credito direttamente nei confronti dell’erario”.
La commissione Finanze: “Consentire la cessione del credito alla banca” – Per evitare dubbi, la commissione Finanze del Senato nel parere sul decreto ha inserito tra le osservazioni la richiesta che sia garantita “la fruizione effettiva” dello sgravio consentendo “che il credito d’imposta sia utilizzato dal beneficiario del finanziamento per corrispondere alla banca le rate di rimborso del finanziamento stesso”. La facoltà di cedere il credito agli intermediari finanziari, secondo i membri della commissione, andrebbe “specificata con disposizione di rango primario” per “scongiurare in partenza l’eventualità che il contribuente non possa fruire del credito d’imposta per incapienza, così come che debbano essere versate le rate del finanziamento nell’attesa che il credito di imposta maturi in dichiarazione dei redditi”.
Anche il sisma bonus per la messa in sicurezza parte in salita – L’altro nodo riguarda la messa in sicurezza dell’intero patrimonio immobiliare della Penisola. Renzi l’ha ripetuto anche alla Leopolda: “Al centro dell’agenda politica è l’idea che l’Italia torni ad avere una strategia di prevenzione per le prossime generazioni”. Una strada obbligata, considerato che secondo l’Istat ci sono 1,9 milioni di case nelle aree a maggior rischio di terremoti (“zona 1”) e oltre la metà sono state costruite prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica. Da qui la scelta di prorogare fino al 2021 il cosiddetto sisma bonus, cioè le detrazioni sulle spese sostenute per interventi antisismici, e aumentarne il valore. La legge di Bilancio stabilisce che dall’anno prossimo lo sgravio salga dal 65% attualmente in vigore al 70% se gli interventi comportano il passaggio alla classe di rischio inferiore e all’80% se il miglioramento è di due classi di rischio. Nei due casi le detrazioni sono ulteriormente maggiorate (rispettivamente 75 e 85%) se i lavori riguardano le parti comuni di un condominio.
Le agevolazioni sono spalmate su “cinque quote annuali di pari importo”. Dunque se si spendono, poniamo, 30mila euro per un intervento importante che dà diritto a un 70% di sgravio, si potranno detrarre dalle tasse 4.200 euro l’anno per cinque anni. Ma per godere interamente del beneficio serve un reddito superiore ai 19mila euro annui: sotto quella cifra l’Irpef complessiva risulterà inferiore alla detrazione disponibile.
Paletti strettissimi per chi non ha i soldi per pagare i lavori – Non solo: a monte, ovviamente, occorre avere i soldi per pagare chi fa i lavori. Il problema, anche in questo caso, si potrebbe risolvere consentendo a chi non li ha di cedere il credito di imposta alla banca a cui dovrà chiedere un finanziamento. Ma la manovra consente la cessione solo “ai fornitori che hanno effettuato gli interventi nonché a soggetti privati, con la possibilità che il credito sia successivamente cedibile” e unicamente per gli interventi sulle parti comuni condominiali. Insomma: lo sgravio può essere “girato” all’impresa a cui si affidano i lavori, in cambio di uno sconto equivalente, o a un altro contribuente “capiente”, cioè con un reddito alto e molte tasse da pagare. Probabilmente un parente che ha contribuito alle spese. Rimane esclusa la “cessione ad istituti di credito e intermediari finanziari“. Se non ci saranno modifiche, spiega Sironi, difficilmente il nuovo sisma bonus sarà un successo: “Difficile che un fornitore accetti di anticipare i soldi per i materiali e aspetti fino all’esercizio successivo per rientrare dalla spesa attraverso la detrazione. E comunque questa opzione vale solo per i condomini, che nei piccoli centri sono in minoranza rispetto a villette e case indipendenti”. Alcuni emendamenti alla legge di Bilancio presentati in commissione Finanze chiedono che anche i privati possano cedere la detrazione e che sia consentito girarla alle banche. Si vedrà se le proposte di modifica saranno approvate dalla commissione Bilancio, che ha iniziato a votare sugli emendamenti domenica 20 novembre e sta procedendo a tappe forzate perché il ddl possa arrivare in Aula prima della settimana di stop pre-elettorale. Governo e maggioranza potrebbero a loro volta introdurre emendamenti ad hoc.
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(Adnkronos) - La richiesta riguarda tutti le tracce trovate nella villetta di via Pascoli dove avviene il delitto, a partire dalle fascette dei rilievi dattiloscopici e le impronte digitali trovate nell'appartamento e sul dispenser portasapone dove - sancisce la Cassazione - si lava l'assassino. L'intenzione degli inquirenti è anche quella di lavorare sui quattro capelli scuri trovati nel lavandino del bagno al piano terra, così come sull'impronta trovata sulla porta d'ingresso dell'abitazione. Per i carabinieri di Milano sul dispenser (oltre alle due impronte di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio) "vi sono numerose impronte papillari sovrapposte che sarebbero state cancellate se il dispenser fosse stato lavato dal sangue" e nel lavandino la presenza di 4 capelli neri lunghi "attestano ovviamente che il lavandino non è mai stato lavato dalla presenza di sangue. Diversamente, i capelli presenti nel lavabo sarebbero stati portati via dall'acqua".
Una tesi smentita dalla stessa Procura di Pavia nella prima archiviazione, di otto anni fa, contro l'indagato Sempio. Un'ipotesi "priva di fondamento logico dal momento che è processualmente accertato che l'assassino aveva le mani imbrattate di sangue e che si è recato in bagno per lavarsi". Il sangue, liquido e solubile in acqua, "viene lavato molto più facilmente dei capelli che, stante la loro forma e lunghezza rimangono molto più facilmente sul fondo della vasca anche dopo il lavaggio del sangue" e si tratta dei capelli di Chiara "recisi a causa dei colpi inferti e rimasti sulle mani insanguinate dell'assassino; la loro presenza attesta semmai che lo stesso si è effettivamente lavato le mani". È peraltro "verosimile che l'assassino non si sia soffermato per verificare l'effetto del risciacquo, ma si sia allontanato rapidamente dalla scena".
I carabinieri sono intenzionati anche ad approfondire un'impronta digitale trovata sulla maniglia della porta di ingresso (ritenuta allora non utile dal Ris di Parma) su cui "non appare sia stata eseguita alcuna indagine biologica mirata ad accertare se quel contatto possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue (della vittima o di altri) o se fosse altra sostanza". Una tesi "oltre che logicamente fallace, non è di alcuna utilità investigativa" essendo stata osservata tre giorni dopo il delitto e trovandosi accanto alla serratura. Una porta toccata da Stasi e da soccorritori e investigatori. "Le tracce papillari, al pari del Dna, non sono databili. È impossibile sapere se quella traccia sia stata deposta il giorno del delitto o nei giorni precedenti (o addirittura in quelli successivi), basti pensare che in sede di rilievo sono state trovate anche le impronte papillari" di alcuni carabinieri coinvolti nelle indagini e di un falegname intervenuto tempo prima nella villetta per effettuare alcuni lavori. Per queste ragioni, concludeva l'archiviazione, "è evidente la totale irrilevanza investigativa della traccia segnalata".
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."