Il sottopanza, chi era costui? Nell’era del piombo tipografico della Prima Repubblica, i sottopanza, definizione mutuata dal gergo della malavita romana, erano le fonti confidenziali che “indirizzavano” i giornalisti, passeggiando sottobraccio per il Transatlantico oppure davanti a un caffè nei dintorni di Montecitorio. Oggi, ai tempi di Internet e di tutte le evoluzioni telematiche, il sottopanza si chiama spin doctor, nel più alto dei casi. Spin per l’effetto da imprimere alla notizia, spesso una dritta, ancora più spesso una velina. Il racconto della politica nasce così. Poi ci sono la scena, il retroscena, l’intrigo, l’avvertimento, il colloquio riservato da riportare ma da non attribuire.
Dalla Prima alla Seconda Repubblica è cambiato tutto. Fino a un certo punto. I dettagli, ovviamente, sono diversi. Ne parleremo insieme, se vorrete partecipare, durante il corso “Il racconto della politica italiana: dalla partitocrazia ai movimenti personali“, sabato 26 novembre.
Una volta c’erano i partiti, innanzitutto. Con le loro sedi, le loro correnti, i loro riti congressuali. La tragedia di Aldo Moro finì con un macabro riferimento alle sedi nazionali di Dc e Pci a Roma, i due partiti del compromesso storico voluto da Enrico Berlinguer. La celebre Renault 4 rossa con il cadavere del leader democristiano fu trovata in una stradina, via Caetani, tra le Botteghe Oscure comuniste e la dc piazza del Gesù.
I luoghi sono gran parte del racconto politico. Luoghi pubblici o segreti. Lo stesso Berlinguer preparò il compromesso storico incontrandosi con Moro nell’abitazione di un collaboratore dello statista scudocrociato. Così come Gianni Letta, nella Seconda Repubblica, ospitò a casa sua Massimo D’Alema per il patto della crostata che battezzò la Bicamerale dell’inciucio.
Nell’ultimo ventennio, perlopiù berlusconiano, c’è stata una vera privatizzazione della politica. Il luogo simbolo è stato Palazzo Grazioli, di fronte a Palazzo Venezia, laddove l’ex Cavaliere tuttora abita quand’è nella Capitale. Palazzo Grazioli è stata la sede effettiva di Forza Italia. Mai successo che la residenza privata di un leader diventasse l’arena di confronto di un partito. Non solo. Come dimostrato ampiamente, di notte a Palazzo Grazioli si svolgevano ben altre riunioni “eleganti”.
Tramontata la concezione del partito “pesante”, oggi l’unica sede che resiste è quella del Pd, al Nazareno, tra l’altro teatro di un altro patto, quello tra Matteo Renzi e lo stesso Berlusconi, di cui ancora oggi non c’è un’immagine, nonostante la “socializzazione” telematica di ogni evento della politica. Ma le fasi cruente del centrosinistra sono state tutte lontane dal Nazareno. Senza dimenticare il quartier generale ulivista di piazza Santi Apostoli e soprattutto il cinema Capranica dove il Pd bersaniano consumò il suo suicidio con la mancata elezione di Romano Prodi al Quirinale, nel 2013.
Partiti pesanti, privatizzazione e niente più sedi, infine la smaterializzazione dei Cinquestelle, movimento che professa e pratica la democrazia diretta. L’unico luogo associabile ai grillini è il blog del loro fondatore e leader. Un ulteriore cambiamento che introduce alla Repubblica che verrà. Di quale segno, però, lo sapremo solo dopo il 4 dicembre.