Il ministro dell'Interno al question time: "“Rispettiamo la volontà popolare. Gli elettori lo hanno giudicato. Sistema clientelare? Non sta a me giudicare". Sinistra Italiana: "Doveva dire di più, quelle frasi sono gravissime dette in Campania". Franceschini: "Il suo è solo uno stile colorito". Intanto il governatore sfotte Di Maio: "Mi hanno regalato un pesce. Conservo la lisca così può portarla in Procura"
Un giudizio politico e morale sul modo di fare campagna elettorale di Vincenzo De Luca non si può dare. Anzi, è naturale dire agli amministratori del territorio che bisogna votare sì perché arriva “un fiume di soldi”, come il governatore ha detto ai sindaci campani. “Non è un crimine contro l’umanità“, anzi gli elettori si sono già espressi, votandolo. Dopo giorni di minimizzazione di tutti i dirigenti del Partito democratico – intervallata solo da numerosi silenzi -, ecco che i metodi del presidente campano vengono promossi anche dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Sul clientelismo – ha detto Alfano alla Camera – il giudizio può essere politico e morale, sull’aspetto potenzialmente di rilievo per altri organismi non sta a me dire qualcosa. Per il resto ciascuno fa campagne elettorali dentro il perimetro della legge, con gli argomenti che ritiene di usare”. Nel frattempo, mentre anche per il ministro della Cultura Dario Franceschini le frasi di De Luca sono da derubricare a uno “stile molto colorito”, la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi chiede alla Procura di Napoli se abbia avviato accertamenti su quelle dichiarazioni rese pubbliche dal Fatto Quotidiano (con tanto di audio). In realtà tutte le minoranze (dal M5s a Fi, da Sinistra Italiana alla Lega) avevano chiesto di portare in commissione l’audio e lo stesso presidente De Luca. Ma Partito democratico e Area popolare, in ufficio di presidenza, hanno votato contro. Intanto il M5s ha presentato anche un esposto in Procura a Napoli.
Alfano: “Quel linguaggio l’ha portato a vincere”
Il capo del Viminale ha risposto a due interrogazioni – firmate da Paolo Russo di Forza Italia e dal capogruppo di Sinistra Italiana Arturo Scotto – sulle frasi di De Luca rivolte ai 300 sindaci campani in cui invocava metodi clientelari per sostenere il Sì al referendum costituzionale. Nella sua risposta Alfano ha anche ricordato, rivolto al berlusconiano Russo, che “quel linguaggio l’ha portato anche a vincere” le recenti elezioni regionali, “noi siamo rispettosi della volontà popolare: ha vinto lui, e io e lei sostenevamo un presidente diverso. Io credo che il giudizio gli elettori l’hanno dato molto recentemente”. Un ragionamento che Forza Italia e il Pdl si sono portati dietro per anni, secondo il quale le colpe di Berlusconi erano sempre ridotte perché “lo hanno votato milioni di italiani”.
“Ciascuno fa le campagne elettorale come crede”
“Sul clientelismo – continua nel suo intervento a Montecitorio Alfano – il giudizio può essere politico e morale, sull’aspetto potenzialmente di rilievo per altri organismi non sta a me dire qualcosa, per il resto: ciascuno fa campagne elettorali dentro il perimetro della legge, con gli argomenti che ritiene di usare. In ogni caso, precisa Alfano, “le procedure di spesa sono previste dalla legge. Qualsiasi finanziamento evocato da De Luca, dunque, non è nella disponibilità totale senza vincoli degli amministratori locali. Il Patto per la Campania è sottoposto a un iter procedurale e legale che è la cornice della spesa pubblica”. Dunque, per il titolare del Viminale, le parole del governatore campano, esponente del Pd, “si iscrivono nell’ambito di una campagna che lui ha voluto promuovere, ma dal punto di vista sostanziale la spesa pubblica è sottoposta a rigide regole di monitoraggio, controllo ed erogazione“. Quindi il compito del governo è “controllare le procedure di spesa e monitorare la spesa come facciamo ovunque, presidieremo i 61mila seggi con le nostre forze di polizia e tutto quanto previsto dalle regole per garantire la libera manifestazione del pensiero finché è consentito dal punto di vista del timing della campagna elettorale, ossia fino a venerdì sera, e poi la libera espressione del voto durante la domenica”. La spesa pubblica, d’altra parte, è sottoposta a rigide procedure di legge, controlli e monitoraggi: “Non credo – ha aggiunto Alfano – che al presidente De Luca tutto questo sfugga”.
Sinistra Italiana: “Alfano doveva dire di più”
Una risposta che naturalmente non soddisfa Scotto, il parlamentare vendoliano che ha presentato l’interrogazione. “Ci saremmo aspettati dal ministro dell’Interno qualcosa in più sulle gravissime frasi pronunciate da De Luca. Frasi pronunciate in una terra la Campania dove le clientele e il voto di scambio sono all’ordine del giorno. Quelle frasi non sono né inedite né originali ma ci dicono di un divario tra il sud e il resto del paese, e ci raccontano di un ceto politico che ha costruito le sue fortune sulla miseria e sul bisogno e di una classe imprenditoriale dipendente dalla politica e dalla pubblica amministrazione: sanità privata e fondi europei. Un combinato disposto micidiale“. Aggiunge Scotto, che è di Torre del Greco, che “quelle parole dicono ai tanti giovani del mezzogiorno: se hai una buona idea, se vuoi intraprendere una iniziativa imprenditoriale, rivolgiti al politico di turno, rivolgiti a chi comanda così otterrai quello che vuoi. Il rischio che il mezzogiorno scivoli indietro è molto forte. Renzi è stato in Campania nei giorni scorsi dicendo che bisogna scrivere una nuova narrazione nel mezzogiorno. La nuova narrazione è il voto di scambio? E’ il clientelismo? Sarebbero state necessarie parole chiare, parole che dicano il voto nel mezzogiorno è libero e non inquinato”.
Giudizio simile quello del M5s. “Il ministro – scrivono in una nota i parlamentari delle commissioni Affari costituzionali – Forse si è dimenticato quali siano le sue prerogative e che dovrebbe lavorare per la tutela e la difesa della legalità”. Secondo i Cinquestelle “in un Paese normale De Luca sarebbe in galera e Alfano si sarebbe dimesso”.
Franceschini: “De Luca? Stile molto colorito”
Non la pensa così, di sicuro, il ministro della Cultura Dario Franceschini che intervistato a Repubblica Tv ha spiegato che “De Luca ha uno stile molto colorito, ma un conto è l’opportunità di un certo modo di fare, un’altra sono indagini”. Peraltro proprio di questo il Fatto Quotidiano ha parlato e su questo ha chiesto quando ha posto domande al presidente Matteo Orfini e al suo predecessore Gianni Cuperlo, senza però che nessuno abbia sollevato dubbi. “Certo è che non si possono usare due pesi e due misure – aggiunge Franceschini – Penso a quanto è aggressivo il Movimento 5 Stelle riguardo agli avversari e quanto garantista per quello che riguarda il Movimento”.
Autoironia De Luca su fb: “Voto di scambio, mi hanno regalato un pesce”
De Luca rilancia, gioca e fa autoironia su tutta la storia. Su facebook il governatore campano scrive un post dal titolo “Voto di scambio al porto di Pozzuoli“, tutto in maiuscolo. “Clamoroso episodio di “voto di scambio” (al contrario) a Pozzuoli – si legge nell’intervento del presidente della Regione – Sulla banchina del porto un ignoto pescatore ha offerto un merluzzo appena pescato al presidente De Luca. Complice della vergognosa operazione criminosa il sindaco di Pozzuoli Figliolia”. De Luca in mattinata aveva infatti visitato il porto di Pozzuoli e ha incontrato alcuni pescatori. E’ lì che è tornato ironicamente sul suo consiglio dato al sindaco di Agropoli Franco Alfieri di offrire una frittura di pesce agli elettori per convincerli a votare sì. “Non si sa come si sia conclusa – scrive ancora De Luca – la torbida vicenda. Ad ogni buon conto, De Luca si è impegnato a conservare comunque la lisca del pesce, e ad inviarla come corpo del reato a Luigino Di Maio perché ne faccia l’uso giudiziario più efficace”.