Una sfida a distanza nel salotto più visto della domenica pomeriggio, dove in passato hanno spopolato tra selfie con la conduttrice e racconti su Dudù. Entrambi a caccia del ghiotto pubblico di Barbara D’Urso, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi dovrebbero essere entrambi ospiti del popolare programma di Canale 5 nell’ultima domenica utile prima del referendum. Il condizionale è d’obbligo, mancando le conferme ufficiali, ma che il premier si accomoderà nello studio di Domenica Live lo ha svelato Paolo Liguori a TgCom definendo il contenitore pomeridiano di punta delle reti Mediaset come “la trasmissione preferita” di Renzi. Mentre da fonti di Forza Italia si apprende che l’ex Cavaliere sfrutterà lo stesso palcoscenico per uno degli ultimi appelli in favore del No. Niente faccia a faccia, questo è certo: il duello, se si farà, sarà ‘in differita’. Si alterneranno di fronte alla conduttrice, prima l’uno e poi l’altro. Ma chi si parlerà per primo?
È attorno a questo che a Mediaset si ragiona in queste ore. Ed è poi il motivo della mancanza di certezze. Perché esordire o chiudere lo spazio che Domenica Live sta dedicando da settimane al referendum del 4 dicembre cambia – e non poco – la faccenda: significa avere la possibilità di ribattere alle ragioni espresse da chi ha parlato prima. Quando sono iniziate le ospitate politiche di Barbara D’Urso, come spiegato in diretta dalla stessa conduttrice, è infatti stato effettuato un sorteggio per decidere chi tra gli esponenti del Sì e del No dovesse aprire le danze. Toccò a Daniela Santanché, quindi nelle settimane successive si è andati avanti per alternanza. Secondo questo principio, domenica toccherebbe a Renzi parlare per primo e solo a seguire entrerebbe Berlusconi. Renzi e l’ex Cavaliere sono entrambi d’accordo? E lo è anche Mediaset?
Il Biscione sta nel mezzo, in situazione delicata. Da una parte, c’è il padrone di casa e dall’altra il presidente del Consiglio. Che il suo network ‘tifi’ per il Sì, lo ha spiegato lo stesso Berlusconi a Porta a Porta con schiettezza: “Hanno paura della possibile ritorsione di chi ha il potere. Ho avuto discussioni a questo livello e ho dovuto accettare questo fatto essendoci dentro le aziende i risparmiatori e devo prendere atto che le dichiarazioni del presidente Mediaset sono attribuibili alla difesa di questi risparmiatori – è stato il suo ragionamento davanti a Bruno Vespa – Se il governo dovesse vincere ci sarebbero conseguenze negative per le nostre aziende e per le altre”.
Ecco quindi che a Domenica Live – prodotto da Videonews, che è una testata giornalistica – si gioca una partita nella partita, una sorta di braccio di ferro, per avere più presa possibile su una fetta di elettorato difficilmente raggiungibile attraverso talk show e programmi politici, oltre che ampia. Molto ampia. Basti pensare che nell’ultima puntata, la trasmissione ha fatto registrare oltre 2.8 milioni di telespettatori dalle 17 in poi. Chi parlerà per primo rischia di avere meno presa, perché confutato subito dopo dall’altro. A una settimana dalle urne, l’occasione di lasciare il segno su un pubblico così vasto e variegato è troppo ghiotta per non calcolare tutto nei minimi dettagli.