L’aula del Senato, con 194 voti favorevoli, un contrario e 37 astenuti, ha dato il via libera al decreto Terremoto, in cui il governo ha fatto confluire il secondo decreto varato il 4 novembre dopo la nuova fortissima scossa del 30 ottobre. Non è stata posta la fiducia: per velocizzare l’iter del provvedimento, che dovrà passare per l’esame della Camera, i gruppi hanno ritirato tutti gli emendamenti e sono state messe ai voti e approvato solo le 25 proposte di modifica approvate dalla commissione Bilancio di palazzo Madama. Polemica la Lega, che non aveva accettato di ritirare un emendamento sull’istituzione di una zona franca per le imprese e micro imprese. La proposta è stata messo ai voti, con il parere contrario del relatore, e respinta. “Il governo ha risposto che delle imprese se ne parlerà più avanti. Questo ricatto morale adoperato dal Pd è aberrante, è l’ennesimo inganno“, ha commentato Gian Marco Centinaio, presidente dei senatori leghisti, a nome di tutto il gruppo.
Il senatore del Pd Silvio Lai, relatore del provvedimento, ha detto in effetti che “il testo approvato oggi non poteva esaurire tutte le priorità innescate dai terremoti e perciò sarà necessario garantire, in attesa di una legge quadro complessiva sulle calamità, nuovi interventi in successivi provvedimenti, a partire dalla creazione di una zona franca per le aree interessate. In ogni caso l’approvazione odierna del decreto costituisce un segnale positivo al Paese, a dimostrazione che quando serve, una politica unita promuove al meglio gli interessi dei cittadini”. Il testo prevede per ora “l’esenzione da tasse e bollette”, ha poi sottolineato. Il pagamento delle fatture di energia elettrica, acqua e gas, nonché dei settori delle assicurazioni, della telefonia e della radiotelevisione pubblica è infatti sospeso per un massimo di sei mesi.
Il secondo decreto, confluito nel primo di cui è diventato quindi parte integrante, oltre ad aggiungere 69 Comuni all’elenco dei 62 colpiti dal terremoto del 24 agosto prevede tra l’altro che per fronteggiare l’emergenza abitativa il dipartimento della Protezione civile possa acquisire i container e, sulla base delle indicazioni dei Comuni, individuare le aree sulle quali installarli. Per favorire il rientro nelle case, per gli edifici con danni lievi, si prevede che i soggetti interessati possano procedere al ripristino dell’agibilità, previa presentazione di un progetto firmato da un professionista abilitato che documenti il nesso di causalità tra il sisma e lo stato della struttura oltre alla stima del danno.
Per la messa in sicurezza del patrimonio storico e artistico, i Comuni interessati hanno la facoltà di effettuare direttamente gli interventi indispensabili, dandone comunicazione al ministero dei Beni culturali. All’Anas viene affidato il compito di intervenire con urgenza per la messa in sicurezza e il ripristino della viabilità delle infrastrutture che rientrano nelle sue competenze e di quelle degli enti locali. Inserite anche misure urgenti per consentire la prosecuzione delle attività didattiche e per consentire agli sfollati di votare al referendum: gli elettori dei Comuni che non sono nelle condizioni di assicurare il regolare svolgimento della consultazione potranno essere ammessi al voto in uno o più Comuni vicini “previa attestazione del sindaco di residenza, sentita la Commissione elettorale circondariale”.
Per sostenere la continuità produttiva delle attività zootecniche vengono stanziati quasi 11 milioni per il sostegno dei settori del latte, della carne bovina dei settori ovicaprino e suinicolo. Autorizzata infine, nei Comuni, l’assunzione a tempo determinato di personale di tipo tecnico ed amministrativo fino ad un massimo di 250 persone. Previsto il rafforzamento della struttura della Protezione civile e di quella del commissario straordinario alla ricostruzione Vasco Errani.