Il mondo guarda con scetticismo all’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca: se si tratti di timori giustificati o meno sarà solo il tempo a stabilirlo. Sta di fatto che, pure per il settore automotive, l’impatto del nuovo Presidente USA potrebbe avere delle importanti conseguenze. Non è un mistero che Trump non sia propriamente un ambientalista, né spicchi per una particolare sensibilità legata ai tempi del riscaldamento globale da gas serra.
Forse è sulla base di queste considerazioni che l’Alliance of Automobile Manufacturers, appena 48 ore dopo l’esito del voto, ha esortato il team politico del miliardario americano a rivedere le norme in tema di mobilità: come da copione, gli argomenti del contendere sono stati i futuri limiti sulle emissioni inquinanti, ritenuti troppo restrittivi, e gli standard per la diffusione delle auto a guida autonoma, molto costosi da rispettare per i costruttori e definiti agli sgoccioli del mandato Obama.
“Non sappiamo cosa succederà ai veicoli elettrici con l’amministrazione Trump”, ha commentato a USA Today Dave Reichmuth, ingegnere della Union of Concerned Scientists che si occupa di ecomobilità. “Potrebbe passare qualche tempo prima che riusciremo a capire le priorità politiche del nuovo governo”. Se non altro Reichmuth è convinto che i sostanziosi incentivi fiscali riservati a chi compra una EV rimarranno in vigore, perlomeno nel medio termine: modificarli richiederebbe un intervento diretto del Congresso, che invece avrà questioni ben più delicate da affrontare nei prossimi mesi.
Nel frattempo c’è chi gioca di anticipo, come la California, che da sola vale oltre il 50% delle vetture elettriche vendute negli USA (nel 2015 ne sono state immatricolate 62.119 nello Stato più famoso della West Coast): l’ormai noto CARB – California Air Resources Board – ha infatti richiesto ai costruttori che una percentuale del loro venduto sia ad emissioni zero: il 4,5% nel 2018 ed il 22% nel 2025. Target simili potrebbero essere perseguiti in Connecticut, Maine, Maryland, Massachusetts, New Jersey, New York, Oregon, Rhode Island e Vermont. Ad oggi in California sono oltre 250.000 le elettriche circolanti, il doppio rispetto al 2015: ciò la dice lunga sulle possibilità di diffusione delle auto a batteria se gli incentivi verranno mantenuti.
Tuttavia c’è pure chi non vede in Trump uno spauracchio per la mobilità elettrica: “L’industria delle quattro ruote ha investito tanto nelle EV”, commenta Dan Sperling, direttore del Davis Institute for Transportation Studies dell’Università della California. “Anche se alcuni costruttori preferirebbero rallentare un po’ sull’elettrico, molte compagnie stanno andando avanti con la loro strategia di mobilità ad impatto zero”. Anche perché, nonostante quello che potrebbe succedere in USA, in Europa e Cina le campagne per promuovere la mobilità elettrica sono vive, vegete ed apparentemente “blindate”: per questo le multinazionali dell’auto difficilmente devieranno rispetto agli Accordi di Parigi sulle emissioni inquinanti.