Seguire o non seguire l’esempio dell’Emilia Romagna? Le regioni italiane si dividono sul tema dei vaccini, dopo che martedì 22 novembre la giunta regionale ha approvato la proposta di legge di Stefano Bonaccini sull’assunzione dei vaccini obbligatori come requisito per accedere agli asili nido. Una norma che ha lo scopo di combattere la diminuzione dei bambini vaccinati, che nel 2014 sono scesi sotto il livello di sicurezza del 95%.
“Obbligo di vaccinazione per i bimbi che vanno al nido: è una legge che proporrò in Consiglio regionale per combattere la diffusione di malattie pericolose e tutelare la salute dei più piccoli” Il primo a farsi avanti è Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. “Dopo l’Emilia-Romagna facciamo un passo avanti di civiltà anche nel Lazio”, ha scritto su Facebook.
Lombardia e Liguria invece non seguiranno l’esempio dell’Emilia Romagna. “Siamo impegnati in una campagna informativa molto articolata perché le vaccinazioni sono fondamentali. Ma con l’informazione riteniamo che la libertà di scelta sia fondamentale”, spiegano gli assessori delle due regioni, Giulio Gallera e Sonia Viale. Durante una conferenza stampa a Milano, a margine della presentazione del ‘Bilaterale Welfare‘ con i governatori Roberto Maroni e Giovanni Toti, hanno affermato: “Dobbiamo convincere e non obbligare“. Secondo Viale “il tasso di vaccinazione dei bambini è un percorso culturale: dobbiamo lavorare su questo con spiegazioni scientifiche”. “Il nostro impegno è quello di continuare l’azione di sensibilizzazione e responsabilizzazione delle famiglie per far capire l’importanza dei vaccini”, ha ribadito Gallera. “Per questo partirà a breve una campagna di informazione efficace e capillare: nelle scuole, nei consultori, su internet, anche attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi come un’applicazione realizzata ad hoc, affinché si arrivi in modo tempestivo lì dove ci sono le mamme, i bambini e tutti i genitori che devono fare le scelte”.
A decidere sul tema dei vaccini è ogni singola regione, come previsto dalla riforma del titolo V della Costituzione nel 2001, che ha dato proprio alle regioni enormi poteri sulle questioni della salute. Molte di queste hanno emanato propri provvedimenti che “attenuano” l’obbligatorietà dei quattro vaccini ancora in vigore a livello nazionale (il Veneto ha addirittura sospeso l’obbligo): di fatto molti genitori obiettori non vengono più sanzionati. Ora, a partire dall’Emilia Romagna, potrebbe essere cominciata un’inversione di tendenza.