SNOWDEN di Oliver Stone. Con Joseph-Gordon Levitt, Melissa Leo, Rhys Ifans. (Germania/USA 2016) Durata: 134’ Voto 3/5 (AMP)
Non poteva sfuggire al militante Oliver Stone la vicenda del più grande ricercato dal Governo USA del nuovo millennio. Rischiando in una produzione che le major hanno subito rifiutato, il regista di Platoon e Wall Street si è rivolto persino alla Germania per finanziare il suo Snowden, ennesimo capitolo di una sfida eterna fra lui e i simboli del potere occidentale. Il materiale esistente era quello a tutti noto, intitolandosi Citizenfour con tanto di premio Oscar vinto dalla sua coraggiosa regista Laura Poitras, ma anche quello estratto dal libro del giornalista britannico Luke Harding del Guardian, The Snowden Files (in Italia Snowden. La vera storia dell’uomo più ricercato del mondo, ed Newton Compton): da tali basi Stone organizza un percorso narrativo piuttosto classico con flashback in cui Ed Snowden racconta il suo vissuto e la sua straordinaria scoperta informatica. Se dunque la storia del più geniale fra gli hacker viventi è pressoché conosciuta da tutti, l’interesse si sposta sulla scelta da parte del regista americano di assumerla ad emblematica rispetto alla reale e pericolosa mancanza di libertà di cui si nutre le più potente democrazia del pianeta. Di fatto ha ragione definendo il suo film un’immersione “kafkiana nelle profondità del Male” giacché il controllo legittimato dalla National Security Agency e dunque dalle alte sfere del Pentagono è tutt’altro che legittimo, e richiama urgenti riflessioni sul funzionamento del dispositivo del Potere dei nostri tempi. Importante, solido e ben informato.