Il centrocampista inglese: "Sono grato per ogni momento passato ai Reds, con la nazionale e nei Los Angeles Galaxy". Termina così la carriera di un simbolo del calcio inglese, un autentico interprete della filosofia di gioco d'oltremanica e una delle ultime bandiere del calcio moderno. Il suo più grande trionfo la Champions League 2004/2005, il rammarico invece non aver mai vinto la Premier League
Stacco in verticale, torsione, colpo di testa, palla all’angolino destro e Dida battuto. È il gol più importante della carriera di Steven Gerrard, quello che diede il là alla storica rimonta del Liverpool da 0-3 a 3-3 in sei minuti, nella finale di Champions League contro il Milan a Istanbul, vinta poi ai calci di rigore. Oggi, a 36 anni, Gerrard dice basta. Termina così la carriera di uno dei migliori centrocampisti nel nuovo millennio, un pezzo di storia e un simbolo del calcio inglese, un autentico interprete della filosofia di gioco d’Oltremanica. Con Gerrard se ne va anche una delle ultime bandiere del calcio moderno: lui che aveva conquistato i tifosi di tutto il mondo pur rimanendo sempre legato al suo Liverpool, riuscendo appunto a portarlo sul tetto d’Europa nella stagione 2004/2005. Tiro, corsa, visione di gioco e senso del gol: l’ex capitano dei Reds e della nazionale inglese ha interpretato ruoli e moduli diversi, rimanendo sempre al vertice. Una carriera chiusa con gli ultimi due anni negli Stati Uniti, ai Los Angeles Galaxy, e con due grandi rimpianti: non aver mai conquistato la Premier League e non aver mai vinto nulla con la sua Inghilterra.
“Sono grato per ogni momento della mia carriera a Liverpool, con l’Inghilterra e nei Los Angeles Galaxy – ha detto Gerrard in un comunicato – Mi sento fortunato ad aver vissuto così tanti momenti meravigliosi. Sono orgoglioso di aver giocato oltre 700 gare per il Liverpool, molte delle quali come capitano, e di aver fatto la mia parte per aiutare il club a ottenere grandi vittorie, come quella della famosa notte a Istanbul“. “A livello internazionale, mi sento un privilegiato per aver collezionato 114 presenze in Nazionale e aver avuto l’onore di essere il capitano della squadra del mio paese”, ha concluso Gerrard.
La carriera – Nel 2006 è stato nominato dalla regina Elisabetta membro dell’Ordine dell’Impero Britannico per meriti sportivi. Nato a Whiston il 30 maggio 1980, Steven Gerrard ha giocato praticamente sempre con la maglia del Liverpool, squadra con cui ha debuttato in Premier League nel 1998 in una gara contro il Blackburn Rovers. L’addio a 17 anni di distanza, nel 2015, dopo aver realizzato 120 reti in 504 partite di Premier League. Con la maglia dei Reds ha vinto in totale otto trofei, fra cui la Coppa Uefa 2000/2001 e soprattutto la famosa Champions League 2004/2005. In quella stagione, il centrocampista arrivò terzo nella classifica del Pallone d’Oro, vinto da Ronaldinho. Nella stagione 2006/2007 disputò una seconda finale di Champions League, ad Atene, questa volta persa nella rivincita contro il Milan. Il grande cruccio rimane però non aver mai vinto il campionato inglese: nel 2014 la grande occasione sembrava a portata di mano, ma proprio un suo errore causò la sconfitta interna contro il Chelsea decisiva per le sorti del titolo, poi finito nelle mani del Manchester City allenato da Mancini. Dopo la delusione il passaggio per 18 mesi ai Los Angeles Galaxy, con cui ha segnato 5 gol in 34 presenze nella Mls americana. In nazionale Gerrard ha disputato 114 partite, 40 con la fascia di capitano al braccio. Ha partecipato a tre Europei (2000, 2004 e 2012) e a tre Mondiali (2006, 2010 e 2014), senza mai togliersi la soddisfazione di alzare un trofeo.
Il futuro – Dopo l’addio al calcio giocato, i bookmaker si sono sbizzarriti nel prevedere che cosa potrà fare ora Steven Gerrard. All’orizzonte ci sarebbe un contratto da opinionista o presentatore in una delle trasmissioni calcistiche d’oltremanica, Bbc o Sky. Meno probabile l’opzione come allenatore in seconda al Celtic oppure nel suo amato Liverpool. Mentre per il ruolo da manager nei Reds o da c.t. della nazionale bisognerà ancora aspettare. Naturalmente c’è anche chi ipotizza scenari diversi, come quello di concorrente al Grande Fratello Vip o di presidente dell’Uefa.