È il gran giorno dei saldi made in Usa. Come tante altre usanze nate oltreoceano, anche il “Black Friday” doveva prima o poi sbarcare e attecchire anche nella vecchia Europa e infine in Italia (in paesi come Germania e Spagna già da diversi anni per la verità). Sta avvenendo prepotentemente quest’anno, come per quei fenomeni di contagio di massa: si vedono sconti ovunque, dal panettiere al concessionario, dall’abbigliamento alla ristorazione. Anche chi fino a ieri ignorava la formula, che esiste in Usa dagli anni 80, oggi vuole partecipare. Faccio alcune considerazioni.
La prima immediata riguarda la devozione che ancora nutriamo per tutto ciò (o quasi) che arriva da oltreoceano. Su tutte le tendenze di mercato o di marketing si vede come dominano ancora incontrastati, almeno agli occhi di noi europei. Poteva sorgere una formula analoga invece no, anche da noi è “Black Friday”: non un semplice giorno di saldi ma un evento di costume.
L’origine precisa si ignora. A me piace pensare che rievochi – scongiurandoli – i giorni del 1929 quando ci fu il crollo di Wall Street, come il famoso black Thursday. Di fatto su un piano più tecnico è una trovata intelligente e utile soprattutto ai grandi gruppi, per la riorganizzazione del monte-merci, per creare liquidità, per sondare in tempi strettissimi le tendenze di mercato, soprattutto per smaltire eccedenze di magazzino con notevole vantaggio di imposta.
In Italia sembra prevalente (come sempre aggiungerei) l’istinto un po’ conformista di cavalcare il trend, per cui il Black Friday appare più un pretesto per fare comunicazione piuttosto che una strategia commerciale come in Usa. Gli sconti che si vedono in giro del 15 o 20% sono esigui, molti consumatori sceglieranno di attendere i saldi effettivi tra un mese con uno sconto doppio. Diverso è il caso degli acquisti online con occasioni eccezionali, ad esempio su Amazon. Qui i margini di scontistica sono maggiori per ragioni strutturali ed è indubbio che sarà la modalità di commercio del futuro, occorre prepararsi.
Infine una nota di colore. I saldi sono sempre esistiti ma i tempi sono cambiati. Ricordo con nostalgia i saldi di Harrods a Londra negli anni 60, il mondo non era preda di un consumismo delirante come quello attuale e per attirare clienti si comunicava che all’ingresso ci sarebbe stato il famoso attore o un testimonial il giorno d’inizio. Ricordo che mi capitò di essere ricevuto con molto fervore dal grande Charlton Eston. Oggi ciò è del tutto superfluo, pur di avere sconti o per ottenere modelli recenti si è disposti a fare ore di coda o notti sul marciapiede. In un tale contesto il Black Friday non può che diventare sempre più un rito collettivo, al quale potremmo partecipare o che ci dovremo sorbire.
In collaborazione con Alox Media