La rete era chiamata a pronunciarsi sui tre nomi proposti da Beppe Grillo. L’organismo è previsto dallo statuto appena modificato ed è ora indispensabile dopo le presunte irregolarità nella raccolta di firma a sostegno del M5S a Palermo e Bologna. Nel capoluogo siciliano gli interrogatori delle persone coinvolte prenderanno il via sabato mattina, lunedì sarà la volta di parlaentari Riccardo Nuti e Claudia Mannino
Il Movimento 5 Stelle ha un collegio di probiviri. La rete era chiamata a pronunciarsi sul portale Rousseau sui tre nomi proposti da Beppe Grillo: sul nome di Nunzia Catalfo votanti sono stati 18.603 (Sì 16.563, No 2.040); su Paola Carinelli i votanti sono stati 18.480 (Sì 16.459, No 2.021) mentre su Riccardo Fraccaro i votanti sono stati 19.094 (Sì 17.600, No 1.494). L’organismo è previsto dallo statuto appena modificato, ed è ora indispensabile dopo le presunte irregolarità nella raccolta di firma a sostegno del M5S a Palermo e Bologna.
“Il collegio dei probiviri è un organo di garanzia del MoVimento 5 Stelle – si legge sul blog – previsto dal regolamento approvato online dalla stragrande maggioranza degli iscritti, che ha facoltà di disporre la sospensione cautelare dell’iscritto e decide in merito alle sanzioni disciplinari e alle espulsioni“. L’organo “è composto di tre membri, nominati dall’assemblea mediante votazione in rete su proposta del capo politico del MoVimento 5 Stelle. I tre componenti sono nominati tra i parlamentari del MoVimento 5 Stelle. Il collegio dei probiviri dura in carica tre anni. L’incarico di proboviro è incompatibile con l’assunzione di incarichi governativi e non è rinnovabile”.
Il primo compito di Catalfo, Carinelli e Fraccaro sarà quello di esaminare le vicende di Palermo e Bologna: la magistratura ha iscritto 14 persone sul registro degli indagati per presunte irregolarità nella raccolta firme a sostegno del movimento. Per la vicenda palermitana, relativa alla presentazione della lista per le elezioni comunali del 2012, fra gli indagati figurano due deputati nazionali, Riccardo Nuti e Claudia Mannino. Le firme raccolte per la lista furono 1.995. Quelle false e disconosciute dai sottoscrittori sono centinaia. La Procura contesta agli indagati il reato previsto dall’articolo 90, secondo comma, del Testo Unico sugli enti locali.
Nel capoluogo siciliano prenderanno il via sabato mattina gli interrogatori davanti al procuratore aggiunto Dino Petralia e alla pm Claudia Ferrari. Verranno ascoltati per primi l’attivista Alice Pantaleone e Samantha Busalacchi: quest’ultima avrebbe materialmente, insieme alla deputata nazionale Mannino e a quella regionale Claudia La Rocca, ricopiato le firme originariamente raccolte e inutilizzabili per un errore formale.
Lunedì sarà la volta di Riccardo Nuti, che sarebbe stato presente la notte in cui vennero copiate le firme, Claudia Mannino, Francesco Menallo, ex attivista, e Giovanni Scarpello, il cancelliere che ha attestato falsamente l’originalità delle sottoscrizioni. I pm concorderanno la data dell’interrogatorio del deputato regionale Giorgio Ciaccio, mentre Claudia La Rocca, altra parlamentare all’Ars, Stefano Paradiso e Giuseppe Ippolito che hanno collaborato con i pm e raccontato la vicenda, sono già stati interrogati. La Rocca e Ciaccio si sono sospesi dal movimento.
Il Partito Democratico, tramite Emanuele Fiano, attacca: “Finora tutti i consiglieri e deputati coinvolti nelle firme false sono rimasti al loro posto, difendono le loro poltrone, continuano a riscuotere i loro stipendi e restano a pieno titolo nel Movimento 5 Stelle. Altro che ‘non faremo sconti’. E’ Black Friday anche per loro, fanno i saldi”. “Votano per i probiviri il 14% degli iscritti #M5S. Un flop a 5 Stelle, neanche attivisti seguono #Grillo per nascondere #firmefalse”, scrive su twitter il senatore Andrea Marcucci.