Grazie a una speciale mescola a cui vengono aggiunti materiali che conducono elettricità, la speciale pavimentazione riscalda la strada liberandola da ghiaccio e neve. Senza dover ricorrere ad agenti chimici nocivi per l'ambiente
Fa un po’ effetto copertina termica ma, al posto di riscaldare il vostro giaciglio con un gradevole tempore, mantiene lontani ghiaccio e neve dalla strada: è il cosiddetto asfalto “elettrico”, realtà da tempo allo studio nelle regioni più settentrionali degli Stati Uniti, dove ne è già iniziata la sperimentazione sul campo. Più nello specifico nello stato del Nebraska, dove i test sono in corso già dal 2002. Lo scopo di questa applicazione è in realtà duplice, perché la superficie stradale così congegnata permette di dare soluzione a due importanti aspetti: da un lato ambientale, dall’altro operativo. Li vedremo poi.
Ora la domanda è: come funziona questo asfalto… autoriscaldante? La soluzione è in realtà piuttosto semplice, anche se la formulazione del materiale richiede calibrazioni precise dei vari componenti impiegati. In generale, l’asfalto riscaldante viene realizzato inglobando nella miscela circa il 20% di materie conduttive, costituite da truciolo di acciaio e particelle in carbonio. Questa parte è sufficiente a rendere l’intero manto in grado di condurre energia elettrica, utilizzata a basso voltaggio in modo da scongiurare qualsiasi rischio in caso di contatto diretto con la superficie.
Viene in seguito applicata energia elettrica di modesta entità, che però si rivela sufficiente a riscaldare la massa di asfalto quanto basta per mantenerla sgombra da accumuli di neve e formazione di ghiaccio. A tutto vantaggio non solo della circolazione, più agevole, ma anche della sicurezza stradale. I risultati sono tangibili lungo i 36 km del ponte Roca Spur Bridge, in Nebraska, che da quattordici anni ha adottato questa speciale pavimentazione. Il costo della sua elettrificazione appare sostenibile: l’amministrazione locale, ad esempio, spende circa 250 dollari per tenere “a bada” una tempesta di neve della durata di tre giorni.
Si parlava prima di sostenibilità ambientale. Ebbene, questa riguarda la possibilità di sospendere, con l’asfalto conduttivo, l’impiego di agenti chimici riversati sul manto stradale per eliminare o ridurre la formazione di ghiaccio: si tratta più comunemente di sale ma anche di altri prodotti nocivi per l’ambiente. Poiché penetrando nel terreno sottostante – lavati dalle piogge –, producono effetti diserbanti e dunque distruttivi di micro-fauna e flora, raggiungendo infine le preziose falde acquifere sottostanti. L’altro aspetto cui si faceva cenno è pratico: nelle regioni più fredde, ghiaccio e neve abbondanti restringono spesso il transito di veicoli privati e pubblici, oltre ad impegnare i mezzi di soccorso in maniera fortemente estensiva.
L’efficacia ed il potenziale dell’asfalto conduttivo sono monitorati con attenzione anche dalla stessa FAA statunitense (Federal Aviation Administration, amministrazione del dipartimento trasporti nel campo dell’aviazione civile), che sta pensando di utilizzare questa soluzione tecnologica per rivestire la superficie degli aeroporti del Nord America. In effetti, elettrificare intere reti stradali risulterebbe forse troppo costoso, ma l’interesse di questa soluzione risiede nella sua applicazione su aree ristrette, ma critiche per ghiaccio e neve.