Trovato accordo sul contratto nazionale dei metalmeccanici: aumento di 92 euro nella busta paga. L’intesa contrattuale, per il periodo 2016–2019, è la prima dopo due rinnovi separati, senza le tute blu della Cgil. Ma stavolta è stato firmato da Federmeccannica, Assistal e le tre sigle sindacali Fiom, Fim e Uilm. A regime, si stimano incrementi mensili medi in busta paga di 51,7 euro per la prevista inflazione (con un tasso stimato al 2,7%), di 7,69 euro per la previdenza integrativa, di 12 euro per l’assistenza sanità, estesa ai familiari. A cui si aggiungono 13,6 euro di salario non tassato (che includono 450 euro annui di ‘ticket’ più l’una tantum di 80 euro da erogare a marzo prossimo). Completano il quadro 7,69 euro di formazione. Riassumendo tutte le voci, si tratta precisamente di 92,68 euro mensili in più. Così si chiude il rinnovo per un milione di metalmeccanici dopo una trattativa durata più di un anno e una ‘no stop’ iniziata mercoledì. Sul filo di lana sono stati infatti superati gli scogli: niente decalage e recupero del 100% dell’inflazione per tutta la durata del contratto e riconoscimento pieno degli scatti di anzianità.
La Fiom dà un giudizio positivo sull’intesa raggiunta, che non presenta “alcun tipo di scambio improprio”, “allarga i diritti e struttura il percorso democratico nel contrattato nazionale”. Insomma, una “ritrovata unità dei lavoratori”. E’ il commento di Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom, annunciando che “ci sarà un referendum sull’accordo, che dovrà essere approvato dalla maggioranza dei lavoratori” che saranno chiamati a votare il 19, 20 e 21 dicembre.
Soddisfazione per il rinnovo del contratto è arrivata anche da Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. “Le organizzazioni sindacali e imprenditoriali -sottolinea il Ministro- hanno fatto, in modo unitario, un buon lavoro ed hanno raggiunto, attraverso un confronto approfondito, un risultato che contiene elementi di novità importanti e positivi. È un bel segnale -aggiunge Poletti- per l’industria manifatturiera che continua a rappresentare un asse di sviluppo centrale per il futuro del nostro paese”.
Entusiasmo anche da Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl. “Dopo una lunga e dura trattativa e tante giornate di mobilitazione – commenta Furlan -, è stato siglato un accordo unitario che premia gli sforzi della Fim e degli altri sindacati di categoria di garantire i giusti aumenti salariali a più di un milione di lavoratori con il pieno recupero dell’inflazione ed il riconoscimento degli scatti di anzianità ma anche con importanti innovazioni sul piano delle relazioni industriali, del welfare contrattuale e della partecipazione dei lavoratori agli obiettivi di produttività e di qualità delle aziende”.
Mentre di “svolta per tutta l’industria del Paese” parla Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica. “L’intesa segna una svolta nelle relazioni del paese per una nuova alleanza tra imprese e lavoro. Veniamo da 7 anni di crisi, il cammino è stato duro, bisogna rimettere al centro le persone”, aggiunge Storchi. Un accordo, dunque, quello tra Federmeccanica e sindacati che potrebbe, per Storchi, costituire la base del prossimo dialogo tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale. “Confindustria attendeva l’esito del nostro contratto per poter aprire con i sindacati il discorso del nuovo modello contrattuale; sicuramente ora potranno cogliere spunti per ridefinire i nuovi assetti” ha concluso Storchi.