In un lungo articolo pubblicato su Libero, l'imprenditore ballerino re del cafonal 2016 affronta di petto le motivazioni che a suo dire dovrebbero portare gli italiani alle urne il prossimo 4 dicembre. Accodandosi alla narrazione della "retorica del no"
“Ormai non c’è più tempo per scherzare, per polemizzare tra opposti schieramenti, ognuno indifferente alle ragioni, se non addirittura alle stesse argomentazioni, dell’altro; o, nei casi peggiori, per difendere privilegi e/o poltrone. Oggi, in tema di referendum costituzionale, è tempo che emerga una posizione, sarei tentato di dire un’etica, volta a far prevalere un interesse superiore, un idem sentire collettivo, lontano da ogni logica e da ogni comportamento di appartenenza e di sudditanza a un partito o a uno schieramento”: inizia così l’intervento a firma Gianluca Vacchi pubblicato domenica 27 novembre su Libero.
Gianluca Vacchi. Il profeta dell'”enjoy”, il vate indiscusso dei balletti improvvisati e postati sui social, il sultano con una sola donna e tanti soldi da spendere, si schiera in vista del referendum del 4 dicembre. Gianluca Vacchi per il sì, dunque. Archiviati i mesi estivi e la movida “senza pensieri”, il nostro, del quale si è parlato tanto per via del suo stile di vita cafonal ostentato senza ritegno sui social e per le sue uscite basate su valori ‘simil Baci Perugina’, affronta il tema politico su un quotidiano nazionale. Perché Gianluca Vacchi è così: lo lasci ballerino milionario “vittellone d’oro”, lo ritrovi editorialista impegnato. E schierato. Per spiegare ai lettori quelle che secondo lui sono le ragioni del sì, Vacchi sceglie la metafora calcistica e lo fa perché, parole sue, vuol dare all’editoriale una “forma comprensibile ai più: “Come avviene sempre quando gioca la Nazionale, ogni tifoso sa che è il momento di riporre nel cassetto le maglie e le sciarpe, ovvero qualunque segno di appartenenza alla squadra del cuore, così, anche per il 4 dicembre prossimo, è più che mai necessario rinunciare al proprio “particulare” per esprimere una scelta in grado di giovare all’intero Paese: insomma, tanto vale dirlo subito e senza troppi giri di parole, bisogna votare SI al quesito referendario”.
“Votare sì“, dunque. Ma perché? Per una questione di instabilità economica. La vittoria del No, scrive Vacchi, “non farebbe altro che accrescere l’instabilità del nostro Paese, che finirebbe col tradursi a livello economico in un potenziale disastro”. E qui l’imprenditore ballerino affronta di petto temi come lo spread, Donald Trump, il coupling, il tapering, la Cina. Un ragionamento lungo e articolato, il suo, che termina con un monito ai cittadini: “non arrivate a capire tutto ciò solo quando vi verranno negati i muti e quelli a tassi variabili si alzeranno”.
Una chiamata alle urne, quella dell’imprenditore che, come sottolinea il titolo di Libero, è un invito a “votare con il portafogli“. Il portafogli, appunto. Ma come è messo quello di Vacchi? Una laurea in Economia e commercio, Vacchi ha lavorato nell’azienda di famiglia fino a 29 anni e poi, ha detto al Corriere della Sera, “per i successivi 20 anni ho avuto aziende in 12 settori diversi, comprandole e rivendendole”. Come riporta Marco Maroni sul Fatto Quotidiano, il pezzo forte della sua attività adesso sarebbe invece la GV Lifestyle, marchio di abbigliamento e bijoux. Solo che a giudicare da come vanno gli affari, forse gli sarebbe davvero convenuto vivere di rendita e non pensare ad altro.