Non riuscivo a spiegarmi perché da ieri sera mia figlia di cinque anni mi chiedesse chi è l’uomo della ferramenta? E cosa volesse dire “vaffanculo”. Dove l’hai sentito? Le ho chiesto dissimulando un sorriso. “Lo ha detto la tv”, ha risposto decisa. La cosa non mi stupiva affatto, il turpiloquio è ormai comune in tutta la nostra programmazione, ma l’arcano lo ha svelato il fratellino (11 anni) con il quale la piccola aveva visto su Rai3 Che tempo che fa, programma che tutta la famiglia segue sempre volentieri.

L’ho rivisto per curiosità su Rai Replay godendomi il gustoso pezzo di Luciana Littizzetto che riscopre la virilità perduta delle generazioni attuali nell’uomo della ferramenta che, dalle parole da lei utilizzate, deve essere anche ben dotato. Più di altre volte Luciana nazionale si lascia andare a una serie di “vaffa”: li dice con il cuore perché nella pièce comica colpiscano di più, facciano ridere, insomma…

Ma adesso come lo spiego a mia figlia? Saranno problemi miei, non c’è dubbio, ma un altro interrogativo mi viene spontaneo: alla soglia degli “anta” sarò mica divenuto bigotto? Non lo so davvero… (e sono già pronto al massacro dei commenti di questo blog) ma la questione mi ha colpito.

Di certo c’è che il lavoro di genitore diviene sempre più difficile… E devi bloccare la tv anche quella a pagamento con i parental control e mettere blocchi di ogni tipo su tablet e telefonini. L’aggressione è costante e magari fossero solo “parolacce”: spesso ci sono scene sessuali esplicite o di violenza inaudita. Scene che segnano chi non ha gli strumenti per capire. E poi a noi genitori tocca spiegare, perché mica sono scemi i bambini e devi dire loro sempre la verità.

Il tema consiste nella domanda “qual è il limite?” Sino a qualche anno fa il limite c’era. Ripenso ad esempio a Enzo Maiorca (da poco scomparso) che in diretta Rai riemerge dopo aver sbagliato un record e si lascia andare a una bestemmia provocando uno scandalo nazionale. Oggi invece, il limite non c’è. Qualunque cosa va bene, così come per altro non ci indigniamo più.

Con questo tanto di cappello alla brava Littizzetto, non si vuole certo colpevolizzarla, ce ne vorrebbero cento con il coraggio che ha lei in tv, ma questo è solo uno spunto per qualche riflessione e una domanda che volevo condividere con voi. Qual è il limite?

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