L'autorità anticorruzione ha avviato una verifica sul ruolo del più conosciuto Raffaele - in qualità di capo del Personale - nella rotazione del fratello. Un’iniziativa “doverosa – spiegano – per andare fino in fondo e diradare ogni dubbio o sospetto della vicenda”
Prima il fascicolo della procura di Roma sulle nomine di Salvatore Romeo e Raffaele Marra, ora anche l’istruttoria dell’Anac su quella di suo fratello Renato. Per Virginia Raggi le nomine in Campidoglio continuano ad essere un problema. Anzi, adesso anche qualcosa di più visto che gli incarichi da lei assegnati sono diventati oggetto di due diverse indagini. E rischiano di avere delle conseguenze legali, a partire dalla decadenza dei due fedelissimi della sindaca, se pm e Anticorruzione stabiliranno che le regole non sono state rispettate.
L’ultimo inciampo in tema di nomine viene dall’Autorità guidata da Raffaele Cantone: l’Anac ha avviato una “verifica” sul ruolo di Raffaele Marra nell’incarico appena ricevuto dal fratello Renato. Un’iniziativa “doverosa – spiegano dall’ente – per andare fino in fondo e diradare ogni dubbio o sospetto della vicenda”. Parliamo dell’assegnazione di Renato Marra, già dipendente comunale, al Dipartimento per la Promozione turistica nell’ambito dell’ormai famosa rotazione dei dirigenti che tanto rumore ha fatto in Campidoglio. Il più grande e meno conosciuto dei Marra, in realtà, aveva fatto domanda per diventare il nuovo capo dei vigili. L’amministrazione aveva preferito confermare Diego Porta, ma lui era stato comunque promosso in un posto più importante al Turismo, con tanto di scatto stipendiale. E questo aveva scatenato immediatamente le polemiche dell’opposizione (il Pd aveva parlato di “patto d’acciaio tra la Raggi e la destra di Alemanno rinsaldato attraverso i Marra”) e soprattutto l’esposto del sindacato dei dirigenti regionali Direr sul possibile conflitto d’interessi. La nomina di Renato, infatti, era passata anche per le mani di Raffaele in qualità di capo del Personale, violando – secondo la segretaria Roberta Bernardeschi – sia il Testo unico dei dipendenti comunali che la Legge 241 sul procedimento amministrativo. E su questo ora vuole fare luce l’Anac.
Come confermato direttamente a ilfattoquotidiano.it, l’Autorità anticorruzione ha aperto ufficialmente un’istruttoria sull’ordinanza contestata (la n. 95, su cui compare anche la firma della sindaca Virginia Raggi, oltre che quella di Raffaele Marra) e avrebbe già cominciato ad acquisire materiale dagli uffici del Comune. In questa fase preliminare, l’Anac ha chiesto delle informazioni al Campidoglio e l’amministrazione ha 15 giorni di tempo per rispondere: al termine di questa scadenza, l’ufficio competente scriverà una relazione e toccherà al Consiglio dell’ente decidere se procedere o archiviare. Difficile, comunque, che ciò avvenga prima di Natale. Se non altro, la Raggi avrà tempo per prepararsi alle possibili conseguenze. Nessun commento dagli ambienti del Movimento 5 stelle: tutta la vicenda Marra aveva già infastidito più di un consigliere (per non parlare dei parlamentari), di sicuro l’azione dell’Anac creerà ulteriori malumori. “Certo che si poteva fare più attenzione…”, è la riflessione comune, l’unica, che filtra per il momento. In Campidoglio invece puntano sul fatto che la nomina e tutto il processo decisionale siano stati di competenza della sindaca, e che Marra jr. vi abbia partecipato solo a livello formale in quanto direttore delle Risorse umane. Se l’Anac non la penserà alla stessa maniera l’incarico di Renato Marra dovrà essere annullato. Ma va da sé che a finire di nuovo nella polemica sarebbe soprattutto la posizione di Raffaele.