Il 30 marzo 2015 erano stati assolti dall'accusa di aver usato illecitamente fondi pubblici. Il sostituto procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi ha chiesto condanne per oltre 31 anni di carcere
Il 30 marzo 2015 erano stati assolti dall’accusa di aver usato illecitamente fondi pubblici. Oggi però l’accusa nel processo d’appello davanti ai alla I corte d’Appello di Torino ha chiesto la condanna per tutti gli imputati assolti in primo grado. Cuore del procedimento l’utilizzo dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale della Valle d’Aosta tra il 2008 e il 2012.
Le accuse a carico di consiglieri regionali e funzionari del Pd, Union valdotaine, Stella alpina, Alpe e Pdl e Federation autonomiste vanno dal peculato al finanziamento illecito al partito all’indebita percezione di contributi pubblici. Secondo il sostituto procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi, che ha chiesto condanne per oltre 31 anni di carcere: “I soldi ai gruppi erano destinati al funzionamento dell’assemblea regionale e non per fare delle feste”. Tra gli imputati anche nove attuali consiglieri regionali, di cui due sono assessori regionali: Raimondo Donzel (Pd) ed Ego Perron (Uv). Per la legge Severino sette di loro, imputati per peculato, in caso di condanna rischiano la sospensione dalla carica per 18 mesi. La sentenza è attesa il 20 dicembre prossimo.
Nel mirino della Guardia di Finanza e della Procura di Aosta erano finiti cene, viaggi, gioielli, regali di Natale, feste, alcune centinaia di chili di carne di capra acquistati per nutrire i partecipanti a una manifestazione culturale, finanziamenti ai giornali di partito e anche contributi previdenziali degli stessi consiglieri. Una maxi inchiesta durata un anno e mezzo e che finì però in primo grado con l’assoluzione di tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste” o “perché il fatto non costituisce reato”.