Lobby

Fermet, chiesta la sospensione del concordato mentre proseguono le indagini sul “complotto”

La ditta dell'imprenditore Alberto Ricciardi, leader nella lavorazione di rottami di ferro, è stata affossata da una serie di contestazioni del Fisco poi ritirate. Dopo che ha preso corpo l'ipotesi investigativa per cui la crisi sia stata creata ad arte per togliere dal mercato uno dei suoi protagonisti, l’impresa ha presentato in procura un dossier per chiedere la sospensione della procedura concorsuale

Più che la crisi economica hanno pesato le contestazioni del Fisco, poi ritirate. E certe circostanze strane su cui la procura di Massa Carrara ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi che a mandare gambe all’aria la Fermet sia stato un complotto. Al centro delle analisi degli inquirenti è finita anche la procedura di concordato preventivo avviata quattro anni fa per quella che era una delle aziende leader nella lavorazione di rottami di ferro e fornitura di materiali alle acciaierie, con fatturati che superavano i 200 milioni all’anno. Con il sospetto che Fermet non avesse motivo di infilarsi in quel concordato, anticamera della successiva messa in liquidazione. Ma sul titolare Alberto Ricciardi fecero presa i consigli dei professionisti che lo seguivano. Le indagini sul caso sono ancora in corso e, per questo, nei giorni scorsi l’azienda ha presentato in procura un dossier per chiedere la sospensione del concordato.

La vicenda della messa in liquidazione va in parallelo a quella delle ingiuste pretese dell’Agenzia delle entrate, che in passato ha messo sotto accusa Fermet prima di ritirare ogni pretesa. Per non parlare delle difficoltà dell’azienda a ottenere dallo Stato un credito Iva di 5 milioni. E della sentenza del Consiglio di Stato che ha negato a Fermet un risarcimento per l’assegnazione da parte di un consorzio pubblico di un terreno a un gruppo concorrente, assegnazione annullata dalla Cassazione perché ritenuta illegittima. Tutte vicende già raccontate da ilfattoquotidiano.it, fino alle indagini della procura per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, con cinque indagati eccellenti, tra cui anche i professionisti che hanno fatto da consulenti alla società.

Se la richiesta di sospensione del concordato verrà accolta, sarà di conseguenza bloccata anche l’asta che il prossimo 19 dicembre potrebbe portare all’aggiudicazione dello stabilimento di Fermet a Carrara. Si tratta dell’area ex Italcementi, oltre 100mila metri quadrati su cui sorgono capannoni e uffici. Ultimo bene immobiliare rimasto nell’attivo di Fermet e valutato secondo le perizie dell’azienda attorno ai 12 milioni di euro. Ma ora all’asta, dopo una serie di bandi andati deserti, per 3,8 milioni e con un’offerta di acquisto già sul tavolo. Anche per la decisione sulla sospensione del concordato passa la possibilità di Ricciardi di realizzare quello per cui sta lottando da mesi. Salvare quel che resta della Fermet. Un giorno farla ripartire. E riassumere i 70 lavoratori che fino a qualche tempo fa riempivano lo stabilimento.

@gigi_gno