Gesù diceva: “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”. E questa frase oltre a valere in generale nella nostra vita, in politica ha tanti significati. Quando un partito si erge a paladino della giustizia e si autoproclama il più onesto al mondo commette il solito grande errore ma soprattutto la solita grande demagogia fatta di vecchi e populistici slogan. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno creato il loro consenso facendo la parte degli antisistema e accusando tutti i restanti politici di essere delinquenti e corrotti; si sono elevati a grandi onesti e si sono auto-attribuiti la facoltà di rilasciare attestati di legalità ai propri seguaci.
Il Movimento 5Stelle era nato su alcuni principi ben chiari: niente programmi televisivi, uno vale uno, massima trasparenza nelle decisioni con riunioni in streaming, via gli indagati, ecc. ecc. Tutto questo era facilissimo quando i grillini non avevano alcun incarico politico, quando, però, sono entrati in Parlamento e nel governo di alcune città i primi dogmi sono caduti velocemente. Dal divieto assoluto di partecipare ai talk show si è passati ad presenziare costantemente alcuni programmi amici; dall’uno vale uno si è passati al direttorio e alla Casaleggio associati e a Rocco e i suoi fratelli; dalla massima trasparenza si è passati a nessuna ulteriore riunione in streaming.
E soprattutto si è passati da zero indagati a molti indagati nel Movimento 5Stelle. L’ultimo caso emblematico è quello di Palermo: parlamentari e consiglieri regionali indagati per firme false e reati collegati. Insomma, per una cosa del genere, Di Maio e Di Battista avrebbero chiesto a reti unificate le dimissioni dei parlamentari indagati; ma si dà il caso che non siano del Pd. Perché ormai è chiaro che se un indagato è del Pd allora tutti i militanti e i rappresentanti del Pd sono piddini corrotti, mentre se l’indagato è del Movimento 5Stelle allora bisogna prima vedere le carte e poi comunque gli indagati del Pd sono di più.
Ma a prescindere da questo il concetto è un altro. Il Movimento 5Stelle ha basato tutto su un punto essenziale: noi siamo tutti onesti. E questo ormai è chiaro che non esiste più.
Dopo questo il passo successivo è anche peggiore se dopo essersi vantati di essere i più puliti ed onesti poi si crolla davanti alla realtà. E a quel punto bisogna capire se la regola vale anche l’indagato è del tuo partito. Ad oggi è successo a Livorno, passando per Bologna, Roma, Bagheria e arrivando a Palermo. Il Movimento 5Stelle è un partito come tutti, dov’è la grande differenza con gli altri? Naturalmente togliendo le bufale e i siti di disinformazione di massa per finire con la riforma costituzionale: una riforma epocale che elimina per sempre il vecchio Senato, elimina enti inutili e fa risparmiare più di 55 milioni l’anno; per non parlare della semplificazione dello Stato e della chiara ripartizione delle competenze. Insomma una riforma che un vero grillino della prima ora voterebbe ad occhi chiusi.
Invece no, arriva Grillo e dice di votare di pancia, ossia votare senza neanche leggere il testo della riforma e capirla con la propria testa. Insomma votare sempre e solo No per andare contro a prescindere su tutto. Addirittura anche contro la legge sulle unioni civili il Movimento ha votato no. Una grande tristezza.
Ad oggi, quindi, il partito di Grillo non si differenzia più in nulla: ha i suoi indagati, ha i suoi privilegi, ha i suoi fallimenti, ha i suoi alleati impresentabili, ha le proprie case a Roma pagate con i fondi pubblici, partecipa ai talk show, ha un solo uomo al potere condannato. Insomma dov’è la grande novità? Nessuna. Forse si differenzia in una cosa: un blog e una società privata che inondano la rete di una marea di bufale e falsità che attirano l’ignoranza spesso incolpevole di tanti utenti ignari. La storia ci dirà ragione.