Faldoni aperti, fogli buttati a terra, un hard disk sparito. Nella notte fra il 25 e il 26 novembre sconosciuti sono entrati negli uffici del legale, numero due dell'associazione di don Ciotti e parte civile in diversi processi di mafia, a cominciare da Aemilia. La procura di Modena imbocca la pista dell'intimidazione
Una intrusione in piena regola tra venerdì 25 e sabato 26 novembre: faldoni aperti, fogli buttati a terra, un hard disk sparito. E un dettaglio: quello studio a Modena appartiene a uno degli avvocati più impegnati nei processi contro la mafia in giro per l’Italia. Enza Rando (nella foto con don Ciotti, dal sito di Libera) è infatti vicepresidente della rete di associazioni Libera e legale di parte civile nei dibattimenti aperti in diverse parti della penisola contro le cosche. Gli intrusi hanno aperto anche gli armadi in cui sono custoditi i faldoni del processo Aemilia, il più grande processo di mafia che mai si sia tenuto in Emilia-Romagna e che si sta svolgendo a Reggio da 8 mesi. Un processo nel quale nel quale Enza Rando è legale di parte civile. Ma in quegli armadi ci sono anche i faldoni di altri dibattimenti di ‘ndrangheta ‘paralleli’, come Kyterion e Pesci e di altre inchieste per mafia su e giù per l’Italia. La Procura di Modena parla apertamente di una minaccia.
A inquietare maggiormente è il fatto che l’effrazione potrebbe essere avvenuta in contemporanea, o poche ore dopo che proprio a Modena, a poche centinaia di metri di distanza, l’avvocato Rando, assieme a don Luigi Ciotti, al procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho e al sostituto della Direzione nazionale antimafia Franca Imbergamo, partecipava a un convegno. L’incontro dal titolo “Come cambiano le mafie”, si era infatti tenuto il 25 novembre alle 20.30 alla Camera di Commercio di Modena. Nonostante la presenza nella stanza dell’avvocato Rando di un computer e di altro materiale, sembra che non sia stato prelevato nulla. Nella stanza vicina invece, quella dell’avvocato Christian Mattioli Bertacchini, mancherebbe un hard disk che però conterrebbe solo dati personali del giovane legale. Anche l’avvocato Bertacchini è impegnato in diversi processi per mafia ed è inoltre responsabile per la Legalità della Direzione provinciale del Partito democratico di Modena.
In un comunicato Libera esterna tutta la propria indignazione: “Esprimiamo preoccupazione e inquietudine per il grave episodio contro Enza Rando, abbiamo piena fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura, ma dopo questo atto ci poniamo delle domande, ci chiediamo chi c’è dietro tutto questo?”. Intanto la polizia con la Squadra mobile e la Scientifica sono all’opera. “È un atto che non siamo ancora in grado di qualificare dal punto di vista giuridico. Sicuramente sarà configurato il reato di minaccia grave”, ha spiegato Lucia Musti, procuratore capo di Modena. “Rando è vicepresidente di Libera, nonché avvocato di parte civile in processi in tutta Italia, riteniamo perciò che in questo atto possa esserci una accezione di minaccia nei confronti dello Studio Rando, quindi anche nei confronti di Libera”. Dallo stesso procuratore è arrivato poi un messaggio di solidarietà: “Siamo tutti solidali con Libera, parlo da cittadino, e con tutte le associazioni che come Libera sono affianco dell’affermazione della legalità. Garantiremo il massimo impegno nelle indagini”.