Un raid aereo della coalizione che combatte contro l’Isis a Mosul ha colpito una clinica a sud della città irachena, distruggendo circa la metà della struttura, uccidendo otto civili, tra i quali cinque minori, e ferendone almeno. La denuncia arriva da Human Rights Watch, secondo la quale l’episodio risale al 18 ottobre. Nell’operazione sono anche stati uccisi due combattenti dell’Is e il ministro dei Trasporti dell’organizzazione terroristica. Un testimone ha riferito che l’Is si era impossessato di un ufficio all’interno della clinica, dove teneva regolarmente riunioni. La clinica si trova a Hammam al-Alil, circa 30 km da Mosul e sotto il controllo dell’Is al momento del raid.
“Il fatto che i combattenti dell’Is si posizionino in modo riprovevole all’interno di strutture sanitarie protette a Mosul mette i civili, compresi i malati, a rischio e deve essere fermato immediatamente – ha commentato Lama Fakih, vice direttore di Hrw per il Medio Oriente – ma le forze che attaccano l’Is – ha aggiunto – dovrebbero prendere tutte le misure necessarie per ridurre al minimo i danni ai civili, compresi quelli che le forze dell’Is hanno messo a rischio”.
In città la situazione umanitaria è sempre più grave. Alcuni informatori, spiega Lise Grande, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite in Iraq, “ci stanno dicendo che le famiglie povere stanno lottando per mettere cibo sufficiente sulle proprie tavole”. Le forze del governo iracheno e curde circondano la città da nord, est e sud, mentre le Forze di Mobilitazione Popolare (coalizione di gruppi sciiti, sostenuta dall’Iran, recentemente riconosciuta come formazione militare istituzionale dal governo di Baghdad) stanno cercando di avvicinarsi da ovest. La scorsa settimana queste ultime avevano tagliato la strada utile per i rifornimenti diretti a Mosul dai territorio siriano sotto controllo dello Stato islamico. “Più tempo ci metteranno a liberare Mosul, più difficili saranno le condizioni per le famiglie”, ha aggiunto Grande. A sei settimane dall’inizio dell’offensiva, le forze irachene che si muovono da est hanno ripreso circa un quarto della città e stanno cercando di avanzare verso il fiume Tigri.
Lo Stato Islamico, intanto, continua a commettere atrocità. “L’11 novembre – denuncia l’agenzia per i diritti umani dell’Onu – l’Isis avrebbe ucciso a colpi di arma da fuoco 12 civili nel quartiere di Bakir, a est di Mosul, che si erano presumibilmente rifiutati di lasciar installare razzi sui tetti delle proprie case”, ha spiegato Ravina Shamdasani, in una conferenza stampa a Ginevra. I militanti, ha aggiunto, lo scorso 25 novembre hanno anche ucciso pubblicamente 27 civili nel parco di Muhandiseen nella zona settentrionale della città.