"Nella sede di Pisa abbiamo 35 professori e solo tre sono donne: è una situazione imbarazzante, completamente sbilanciata in favore degli uomini, non si può andare avanti così" ha spiegato Vincenzo Barone nel corso dell’inaugurazione a Firenze di un centro di studi intitolato all’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Se non una rivoluzione poco ci manca. Non si tratta delle solite quote rosa, ma di un pensiero nuovo. E arriva da uno dei centri di studio e ricerca più prestigiosi a livello internazionale. Tra un professore e una professoressa, per insegnare alla Normale di Pisa sarà scelta la seconda. È stato il direttore prestigioso centro di ricerca, Vincenzo Barone, nel corso dell’inaugurazione a Firenze di un centro di studi intitolato all’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, a dirlo esplicitamente. “Nella sede di Pisa abbiamo 35 professori e solo tre sono donne: è una situazione imbarazzante, completamente sbilanciata in favore degli uomini, non si può andare avanti così” ha detto Barone, che ha proposto: “Quando facciamo un concorso, a parità di risultati tra concorrenti, scegliamo la concorrente donna. Questo non snatura il nostro metodo di selezione, che è interamente basato sul merito“.
Proprio per questo motivo il direttore della Normale ha spiegato che, per ovviare al problema della carenza di professoresse, “non sarebbe assolutamente possibile far ricorso al sistema delle quote rosa: il criterio del merito è per noi inderogabile“. L’idea di favorire la selezione di professoresse a parità di risultato con i concorrenti maschi sarebbe “ovviamente applicata a tempo: avrebbe senso farlo solo fino al momento in cui ve ne fosse necessità e non un attimo oltre”. Nella popolazione della Normale, ha spiegato ancora Barone, la percentuale di donne diminuisce con il crescere dei ruoli rivestiti. “Tra gli studenti abbiamo più donne che uomini – ha detto – poi, tra assegnisti e ricercatori, la percentuale diventa più o meno 50% e 50%, mentre arrivando ai professori la disparità è totale. E questo a mio parere non è più accettabile“.